Violenza Psicologica:
I più importanti segnali di pericolo
che devi sapere

violenza psicologica
Ultimo Aggiornamento: 25 Luglio 2022 di Francesco Minelli
  • Cos’è la violenza psicologica?

  • quali sono i segnali di pericolo che devi assolutamente conoscere?

  • e quali sono i migliori modi per poterla affrontare una volta per tutte?

Queste sono alcune delle difficili domande alle quali tenterò di rispondere nell’articolo di oggi.

Nel corso degli anni, purtroppo, mi è capitato spesso di avere in studio persone che sono state vittime di maltrattamenti, violenze ed abusi psicologici ed emotivi.

Sarai d’accordo con me:
Vivere questa situazione è un vero e proprio inferno in terra.

Ed ecco perché, nell’articolo di oggi, ho raccolto tutte le migliori informazioni sull’argomento che derivano dalla mia esperienza e da vari studi di colleghi che lavorano nel campo da anni.

Verso la fine troverai come sempre una parte pratica nella quali ti mostrerò i migliori 8 passi per poter affrontare questa situazione così complessa.

Sarà un articolo approfondito, quindi lascia uno spazio solo per te stesso/a per leggerlo ed assimilarlo.

Sei pronto?

Cominciamo..

Quando assistiamo ad una situazione di violenza e facciamo finta di nulla, in parte diventiamo complici. Se conosci qualcuno che la vive non esitare a condividere questo articolo con lui/lei. Potrai aiutarlo a trovare soluzioni concrete. Per te è un semplice click, per la vittima può essere l’inizio di una nuova vita. Ti ringrazio!

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CHE COSA SI INTENDE PER VIOLENZA PSICOLOGICA (ED EMOTIVA) E COME RICONOSCERLA?

La Violenza Psicologica può essere definita come un modello di comportamento in cui l’autore insulta, umilia, maltratta o instilla paura in un individuo al fine di controllarlo e manipolarlo. Questa violenza può portare la vittima ad avere una realtà distorta, a una grande diminuzione della propria autostima e a provare forti sensi di colpa e vergogna.

La violenza psicologica è molto comune e tuttavia pochi comprendono cos’è realmente. Infatti, non avendo i segni visibili della violenza fisica, può rimanere nascosta per anni.

E’ una vera e propria forma di abuso che può distruggere le relazioni intime, le amicizie ed intaccare la relazione che hai con te stesso e la tua autostima.

Quando ne sono vittima i bambini, come vedremo dopo, può compromettere completamente il loro sviluppo.

donna dietro una rete

Questa forma di violenza, verbale e non, si manifesta quando l’altro si impone su di te e ti fa sentire inadeguato in molte situazioni della vita.

Minaccia la tua fiducia in te stesso e ti porta a dipendere da lui in molti modi, tra i quali il controllo, la coercizione, la manipolazione, il bullismo e/o la crudeltà verbale.

I danni che porta possono essere enormi fino a far entrare la vittima in un vero e proprio incubo dal quale sembra impossibile uscirne.

Si finisce per vivere un vero e proprio trauma psicologico prolungato.

Ti sarà allora sorta una domanda:

Quali sono i segni e segnali di violenza a cui devi fare attenzione?

Andiamoli a vedere… 

QUALI SONO I SEGNALI DI VIOLENZA
A CUI DEVI PRESTARE ATTENZIONE?

Come capire se si sta subendo e come inizia la violenza psicologica?

Ecco I segnali a cui prestare attenzione (ne puoi vivere solo alcuni o molti, è comunque violenza):

1) Umiliazione, Negazione, Critica

Queste tattiche dell’aggressore hanno lo scopo di minare la tua autostima e si manifestano soprattutto a livello verbale.

Vediamo alcuni esempi:

  •  Usa dei nomignoli: utilizza parole offensive dandoti dello “stupido“, del “perdente” o del “fallito“.
  • Fa Generalizzazioni: usa la parola “sempre” ad es. “sei sempre in ritardo, incapace, incasinato, sgradevole, e così via“.
  • Urla: l’urlare e l’imprecare hanno lo scopo di intimidirti e farti sentire piccolo e irrilevante. Le urla possono essere accompagnate anche da pugni a cose o lanci di oggetti.
  • Ti Ridicolizza: usa frasi atte a farti sentire incapace ad es. “so che ci provi, ma questo va oltre la tua comprensione.
  • Ti Imbarazza in pubblico: espone i tuoi segreti o prende in giro le tue mancanze in pubblico.
  • Fa del sarcasmo: quando ti lamenti o soffri risponde dicendo che sta scherzando e ti dice di smettere di prendere tutto così seriamente.
  • Insulta il tuo aspetto: può insultare il tuo aspetto fisico, il tuo modo di vestire, parlare, camminare ecc.
  • Sminuisce i tuoi interessi e i tuoi successi: potrebbe dirti che i tuoi hobby ed interessi sono solo una perdita di tempo infantile. Stessa cosa vale per tutti i risultati che hai raggiunto nella vita.
  • Colpisce i tuoi punti deboli: chi ti fa violenza psicologica, una volta che è a conoscenza di ciò che ti infastidisce tende a ripeterlo costantemente.

violenza psicologica sulle donne

Nel 2014 sono il 26,4% le donne che hanno subito violenza psicologica od economica dal partner attuale e il 46,1% da parte di un ex partner.

Nel 2014, le violenze psicologiche più gravi (le minacce e l’essere chiuse in casa o l’essere seguite) riguardano l’1,2% delle donne in coppia, per un totale di 200 mila donne, mentre i figli sono stati oggetto di minaccia e ritorsione per circa 50 mila donne (0,3%).

Per le donne che si sono separate dall’ex la strumentalizzazione e la minaccia dei figli raggiunge il 3,4%, le violenze psicologiche più gravi il 13,5%.

(dati dal sito Istat)

2) Controllo e vergogna

Cercare di farti vergognare delle tue inadeguatezze è solo un’altra via per avere più potere.

Esempi:

  • Ti minaccia: ti dice che se non fai ciò che vuole avrai brutte conseguenze.
  • Ti tiene sotto controllo: vuole sapere ogni cosa che fai e dove sei in ogni momento. Ciò vale anche per le tue attività online e finanziarie.
  • Ti dà ordini diretti: es. “portami la cena adesso!” e si aspetta che tu esegua l’ordine.
  • Ha scoppi d’ira: se non fai ciò che ti dice la sua reazione è la rabbia esplosiva.
  • Ti tratta come un bambino: ti dice cosa indossare, cosa e quanto mangiare, quando uscire o che persone frequentare.
  • Usa gli altri per farti sentire a disagio: oltre all’umiliazione pubblica, chi usa violenza psicologica può dirti frasi come “tutti pensano tu abbia torto” o “tutti dicono che sbagli” per farti sentire in colpa o per manipolarti.

3) Accusare, Incolpare, Negare

Questo comportamento deriva dalle insicurezze di chi è violento e tende a creare una gerarchia nella quale lui è in alto e tu sei in basso.

Alcuni esempi:

  • Mostra gelosia eccessiva: ti accusa di flirtare o tradire anche quando non ci sono segnali.
  • Nega a prescindere: chi fa violenza psicologica tende a negare anche quando sai bene di cosa parli. Questo meccanismo è chiamato gaslighting (emerge spesso in personalità narcisistiche) ed è utilizzato allo scopo di farti mettere in discussione la tua memoria e sanità mentale.
  • Ti fa sentire in colpa: tutto ciò che non va dipende da te e da quello che fai.
  • Ti accusa di violenza: ebbene si, in alcuni casi chi fa violenza si difende accusandoti di avere problemi di rabbia e mancanza di controllo e trasformandosi nella vittima indifesa.
  • Ti incolpa per i suoi problemi: qualunque cosa sia sbagliato nella sua vita è tutta colpa tua. Non fai mai abbastanza.

4) Abbandono emotivo, maltrattamento e isolamento

Chi fa violenza tende a porre i suoi bisogni emotivi prima dei tuoi: ciò lo potrà portare ad allontanarti da chi tiene a te per renderti ancora più dipendente da lui.

Vediamo alcuni esempi:

  • Ti impedisce di socializzare: quando vuoi uscire o vedere altre persone trova delle scuse o ti supplica di non andare.
  • Si mette in mezzo tra te e la tua famiglia: dice ai familiari che non vuoi vederli inventando scuse o trova modi per farteli evitare.
  • Tende ad isolarti o evitarti: se non corrispondi alle sue aspettative ti isola o ti evita attivamente, ignorando i tuoi tentativi di comunicare.
  • Cerca di portare gli altri a mettersi contro di te: potrà dire ai tuoi amici e familiari che sei instabile e hai problemi solo per metterteli contro.

ragazza maltrattata

  • Ti mostra indifferenza: anche quando ti vede piangere e soffrire non ti sostiene, ma anzi ti dice di smetterla e spesso ti aggredisce. Oltre a ciò denigra, maltratta e non dà alcun valore a ciò che provi.

Gli effetti della violenza possono quindi essere molto vari e complessi. Le vittime si sentono in costante ansia e possono provare sentimenti di abbandono, rifiuto, impotenza, senso di colpa e vergogna. Si può arrivare a non avere più piacere in nessuna attività (anedonia) fino a veri e propri disturbi come quelli depressivi o da stress post-traumatico (DPTS).

Ti ritrovi in questi segnali di violenza? Non esitare a contattare questi siti o a chiamare il 1522:

TELEFONO ROSA: https://www.telefonorosa.it/contatti/
TELEFONO AZZURRO: https://www.azzurro.it
NUMERO ANTIVIOLENZA E STALKING: 1522.eu 

Mi segui ancora?

Bene!

Perché dopo aver visto a fondo quelli che sono i segnali a cui devi prestare attenzione andremo ora a vedere le più comuni tipologie di violenza.

QUALI SONO LE VARIE TIPOLOGIE DI
VIOLENZA PSICOLOGICA ED EMOTIVA?

La Violenza psicologica nella coppia

Una forma particolare di violenza è quella che avviene nella coppia, spesso nei confronti della donna (ma non solo).

La violenza verbale ed emotiva può iniziare attraverso maltrattamenti verbali, l’uso di parole offensive, minacce e insulti personali. Si può successivamente passare a varie forme di manipolazione in modo da portare la vittima a dubitare di se stessa e della sua realtà (come abbiamo visto prima).

A volte colui che fa violenza cerca di creare una connessione molto profonda (“siamo noi contro tutti“) così da arrivare a controllare diverse parti della vita della vittima.

Al contrario della violenza fisica, che causa un danno visibile, queste “lesioni nascoste” colpiscono i pensieri, i sentimenti e le percezioni.

Sarai sicuramente d’accordo con me:
la violenza emotiva può avere un impatto anche più intenso di quella fisica.

Ecco alcuni segni di violenza psicologica nella coppia (parlo al femminile ma vale anche per l’uomo):

  1. Se ti sentivi sicura di te stessa prima della relazione, adesso cominci a dubitare e a sentirti insicura.
  2. Senti che, invece di essere te stessa, sei diventata ciò che l’altro vuole da te (perdita del senso di identità).
  3. Se ti fidavi di te stessa, adesso cominci a sentirti confusa e indecisa.
  4. Se eri serena, adesso ti senti ansiosa ed esausta emotivamente.
  5. Hai spesso reazioni di rabbia (verso te stessa e il partner).
  6. Se sentivi di avere insicurezze, queste si sono intensificate e spesso sono state usate contro di te.

Un sintomo tipico della violenza è l’ipervigilanza, uno stato che viene sperimentato da molte donne con un partner controllante.

Questi cambiamenti possono portare ad emozioni negative quali paura, vergogna e senso di colpa. Inoltre, col tempo possono svilupparsi condizioni più gravi quali depressione, disturbi ansiosi, bassa autostima fino al vero e proprio trauma psicologico.

ragazza stressata e ansiosa

Nelle situazioni di violenza emotiva che si protraggono da tanto tempo, inoltre, la vittima ha così poca autostima che spesso sente di non poter lasciare chi le fa violenza perché non merita una relazione normale.

Alla fine crede a tutto ciò che gli viene detto.

Gli effetti a lungo termine includono:

Vedremo tra poco come fare ad uscirne evitando di ritrovarsi in una situazione così difficile.

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Col tempo è diventato un vero e proprio spazio di ascolto, comprensione e supporto. Unisciti ai 6000+ membri.

L’abuso e la violenza psicologica verso i bambini

I bambini sono spesso vittime di violenza verbale, abuso psicologico e mentale e maltrattamenti.

La definizione di violenza psicologica infantile è la seguente:

Un modello di comportamento che compromette lo sviluppo emotivo o l’autostima del bambino. Questo modello include: aggressioni, critiche costanti, minacce, rifiuto e la mancanza di amore, supporto o guida.

L’abuso psicologico di un bambino è un modello di comportamento intenzionale, verbale e non, oppure una mancanza che trasmette al bambino di non avere valore, che è sbagliato, che nessuno lo vuole oppure che può aver valore solo se soddisfa i bisogni di qualcun altro.

Questa forma di violenza è divisa in alcune categorie:

  1. Rifiuto: quando lo si respinge, lo si fa sentire inutile o senza valore, si toglie valore alle sue idee o emozioni, ci si rifiuta di aiutarlo.
  2. Disprezzo: sminuirlo, ridicolizzarlo, umiliarlo, fargli provare vergogna, criticarlo, insultarlo.
  3. Clima di terrore: minacciarlo di violenza fisica, abbandono o morte o di distruggerli tutte le cose che ha, inserirlo in un ambiente caotico e pericoloso, punirlo se non corrisponde alle aspettative.
  4. Isolamento: isolarlo fisicamente e socialmente, limitando le sue opportunità di socializzare.
  5. Trascuratezza: essere disattenti ed ignorare i suoi bisogni emotivi, evitare il contatto e l’affetto fisico, trascurare le sue necessità primarie (bisogni educativi e di salute).
  6. Violenza domestica: esporre il bambino a parole e comportamenti violenti o aggressioni tra i genitori.

bambino maltrattato

I sintomi di questa forma di violenza includono:

  • difficoltà relazionali e scolastiche
  • disordini alimentari
  • comportamento ribelle
  • disturbi del sonno
  • sintomi a livello fisico (mal di testa, stomaco, stanchezza)
  • difficoltà emotive come bassa autostima, depressione e ansia

Quando un bambino è vittima di aggressioni psicologiche, può mostrare difficoltà relazionali che possono durare fino all’età adulta. È molto comune che un bambino che ha vissuto in un ambiente del genere vada a ricreare relazioni di questo tipo.

Il problema principale è legato alla difficoltà di regolare le proprie emozioni.

Dato che questi bambini vengono spesso puniti quando esprimono le loro emozioni, non imparano mai ad esprimerle in un modo ragionevole e sicuro.

Ciò porta spesso a reazioni come rabbia incontrollata, ansia e vissuti depressivi.

PERCHÉ È COSÌ DIFFICILE USCIRE
DALLE SITUAZIONI DI VIOLENZA?

A questo punto potrebbe esserti sorta una domanda:

Perché alcune persone non fanno nulla o impiegano molto tempo per uscire da queste situazioni così complicate?

Ci sono diversi ostacoli che possono impedire ad una vittima di violenza psicologica di cambiare la situazione.

Vediamo quali sono le “scuse” che spesso la vittima usa per negare la realtà (consapevoli o meno):

1. “È normale, davvero

La violenza emotiva è molto comune. Ciò non significa che sia normale.

Una relazione sana non deve comportare l’essere sminuiti, manipolati o controllati.

2. “È colpa mia, lo faccio impazzire

Queste situazioni sono caratterizzate dalla manipolazione psicologica: la vittima si sente costantemente in colpa. In una relazione sana entrambi i membri della coppia si prendono la responsabilità di cosa non funziona.

3. “Sta solo scherzando

Se sei costantemente soggetta a scherzi o a prese in giro che non tengono conto del tuo stato emotivo, si tratta di violenza non di gioco.

4. “È solo il suo modo di mostrare amore, so che in fondo mi ama

Se una persona fa cose carine e dolci un paio di volte al mese, ma ti critica o ti sminuisce ogni giorno, come può definirsi tutto ciò amore?

5. “Mi piace essere trattato/a in questo modo, se sono onesto/a

Triste, ma è così. Alcune vittime di violenza psicologica raggiungono un punto nel quale convincono loro stesse che sono felici della situazione.

Questa frase deriva da un meccanismo di sopravvivenza ed è spesso il risultato di continue manipolazioni.

Nessuno, se andiamo a fondo, ha piacere a venire ferito ed umiliato

La realtà è questa:

Non ci sono scuse che reggono quando si tratta di violenza.

La vittima tende spesso a minimizzare queste azioni: ma questo è un modo di difendersi, evitare l’abbandono e affrontare la realtà di una situazione difficile che spesso porta a relazioni di abuso emotivo e psicologico di lunga durata. Ne parlo anche in questo video (ti consiglio di vederlo):

Molte vittime hanno paura di come il loro carnefice reagirà se solo provano a cambiare la situazione (spesso la minaccia di essere lasciati porta questi individui a reagire con maggiore violenza).

Altre stanno in relazioni di abuso psicologico nella speranza che il partner possa cambiare. Ciò avviene spesso nei casi di dipendenza affettiva.

Soprattutto se ci sono bambini coinvolti, inoltre, rimanere in relazioni di questo tipo può danneggiarli a lungo e portarli a sviluppare veri e propri traumi psicologici.

Ciò non deve accadere.

Esistono servizi specifici che possono aiutarti o aiutare le vittime di queste forme di violenza.

Ed è fondamentale chiedere aiuto.

Anche in fondo all’articolo ti lascerò link e numeri da poter contattare

L’identikit di chi fa violenza psicologica e verbale

Chi mette in atto questo tipo di violenza tende ad essere estremamente possessivo, ipersensibile, ad avere un forte bisogno di controllo e a manipolare la vittima così da avere potere nella relazione. Questi comportamenti possono derivare da profonde insicurezze o violenze ricevute nel periodo infantile oppure da tratti specifici di personalità come un disturbo antisociale di personalità o un disturbo narcisistico.

Presta perciò molta attenzione a questi campanelli d’allarme.

Ok, se mi hai seguito fin qui allora avrai sicuramente compreso quanto è importante fare qualcosa il più presto possibile.

Nel prossimo paragrafo cercherò di fornirti alcuni strumenti per difenderti, per reagire e per provare ad uscire dalla situazione di violenza.

COSA FARE, COME DIFENDERSI E
COME REAGIRE ALLA VIOLENZA?

Quando non ti senti più la persona che eri un tempo, o ti senti anche peggio di quando conoscevi il tuo partner, prendi la cosa seriamente.

Il modo migliore per difendersi dalle violenze psicologiche ed emotive è infatti quello di rendere prioritario il tuo benessere.

Ti starai chiedendo:
Ok ma in pratica come posso affrontare questa situazione?

Ti ringrazio per avermi fatto questa domanda.

Infatti l’affrontare l’abuso emotivo è molto più che imparare a “conviverci“.

Chi fa violenza, nella maggior parte dei casi, non smette da solo e ciò significa che dipende da te (e da chi può aiutarti) imparare a difenderti e ad affrontare la situazione.

Reagire e fermare questo tipo di violenza richiede coraggio.

Molto coraggio.

Ecco perché, in questa parte dell’articolo, ho raccolto 8 strategie che ti possono aiutare realmente ad uscirne. Vediamole.

8 passi per affrontare la Violenza Verbale, Psicologica ed Emotiva

donna forte

L’elemento principale da ricordare se vuoi cominciare ad affrontare una relazione violenta a livello psicologico è ammettere di averla.

Se sei onesta rispetto a ciò che provi e che stai vivendo, puoi cominciare a riprendere il controllo della tua vita.

Non dimenticarlo.

1) Rendi la tua salute mentale ed emotiva una priorità

Prova a metterti di fronte allo specchio e a ripeterti questa frase:

Non mi merito questa violenza, nessuno la merita!

Devi assolutamente smetterla di preoccuparti di compiacere la persona che ti fa violenza.

I tuoi bisogni emotivi sono la cosa più importante se vuoi ritrovare la tua autostima.

Decidi di non rispondere alle violenze o di non entrare in discussioni inutili.

Per riprendere in mano la tua vita, il primo e fondamentale step è quello di riconoscere ciò di cui hai bisogno e quanto vali.

E questo significa anche allontanarti il prima possibile.

Stai lontana da chi ti fa del male. Non dimenticarlo.

2) Stabilisci dei confini chiari

So che può far paura, ma per uscire da questa situazione devi cominciare ad esigere rispetto. E avere il coraggio di dire frasi quali “Non puoi urlarmi più! Non devi insultarmi! Non è colpa mia! Prenditi le tue responsabilità!“.

Non si tratta solo di dire queste cose, ma anche di farle rispettare. Devi stabilire dei confini definiti e mantenerli saldi soprattutto per te stessa.

3) Smettila di incolparti: la violenza non è colpa tua.

Se ti ritrovi a vivere una relazione di questo tipo potresti pensare che c’è qualcosa di sbagliato in te. Potresti pensare che il problema vero sei tu. Non è così. La tua unica responsabilità è quella di vedere chiaramente la situazione e decidere cosa fare per ritrovare il tuo benessere.

Non hai mai meritato le violenze. Ricordalo.

4) Ricordati che non puoi “sistemare” l’altro

Nonostante i tuoi sforzi, non riuscirai mai a cambiare il tuo aggressore essendo diversa o facendo qualcosa di diverso. Ricorda che non puoi controllare le sue azioni e non puoi essere incolpata per le sue scelte. Spesso chi fa violenza, infatti, è insicuro, ansioso o ha vari problemi di rabbia e incapacità di gestire le emozioni.

Devi ricordarti che ciò ha a che fare con lui, non con te. L’unica cosa che puoi cambiare o controllare è la tua risposta.

5) Evita di scusarti con il tuo aggressore

In altre parole, se il tuo aggressore comincia a minacciarti, insultarti o mostra comportamenti violenti non dovresti cercare di dargli spiegazioni, comprenderlo o scusarti per cose che non hai fatto. La cosa migliore è semplicemente allontanarti.

Continuare a giustificarlo lo porta solamente ad agire maggiore violenza anche in futuro.

Non importa quanto duramente tu possa provare, ai suoi occhi sbaglierai sempre.

braccia libere

6) Parla con qualcuno e chiedi aiuto

So che spesso la tua tendenza è quella di nascondere ciò che avviene per proteggere il tuo aggressore, ma dovresti mettere te stessa in primo piano e parlare con qualcuno.

Parlare con un amico fidato, membro della famiglia o anche un terapeuta può aiutarti a vedere la situazione da un’altra prospettiva.

Passare del tempo con persone che ti vogliono bene e che ti supportano è fondamentale per sentirti meno sola ed isolata.

Non sempre sarà facile ascoltare cosa hanno da dirti, ma a volte è proprio la verità ad essere difficile da accettare.

7) Pensa ad un piano di uscita

Se il tuo aggressore non ha intenzione di cambiare o lavorare sui suoi problemi, la miglior scelta che puoi fare è quella di pensare ad un modo di allontanarti.

Se è possibile, taglia tutti i ponti. Rendi chiaro che è finita e non guardarti indietro.

A seconda della situazione, però, ci sarà bisogno di fare dei passi per arrivare alla chiusura: prima di fare questa scelta è meglio discuterne con un amico fidato, un familiare o qualcuno a te vicino. Ancora meglio chiamare i numeri che ti lascio in fondo all’articolo.

8) Lascia a te stessa/o del tempo per guarire

Uscire da una situazione di violenza è sempre difficile. E’ assolutamente normale ci voglia tempo e pazienza per potersi riprendere e tornare a stare bene. Anche in questo caso, l’aiuto delle persone vicine o di un terapeuta è fondamentale. Ti lascio un articolo sull’Amore per se Stessi che può aiutarti a uscire più velocemente da questa brutta esperienza.

CONCLUSIONE

Bene!

Siamo arrivati alla conclusione di questo articolo!

Spero possa esserti stato utile.

Ora vorrei sentire da te:

  • cosa pensi potrebbe ostacolarti dal cambiare la tua situazione?
  • quale degli 8 passi pensi possa aiutarti?

Fammelo sapere nei commenti!

In alcuni casi, la violenza è così intensa e frequente da non lasciare scelta. Se ti ritrovi nella situazione in cui chi ti aggredisce non vuole cambiare o cercare aiuto per il suo comportamento, è tempo di cercare aiuto per te stessa.

Nessuno merita di vivere un tale incubo.

Ci sono molte opzioni a cui puoi far riferimento.

Una chiamata non costa nulla.

TELEFONO ROSA: https://www.telefonorosa.it/contatti/
TELEFONO AZZURRO: https://www.azzurro.it
NUMERO ANTIVIOLENZA E STALKING: 1522.eu 

Se invece ti ritrovi a vivere un periodo di sofferenza proprio legato alla chiusura di una relazione di questo tipo puoi contattarmi qui.

Un saluto!

ALCUNI RIFERIMENTI:

ISTAT: https://www.istat.it/it/files//2020/05/Dati-del-1522-e-delle-Forze-di-Polizia.pdf
http://www.pariopportunita.gov.it/news/3316/

– Follingstad, D.R. (2009). The impact of psychological aggression on women’s mental health and behavior: The status of the field, Trauma Violence Abuse, 10(3):271-89.
– Karakurt, G., Silver, K., E. (2013). Emotional abuse in intimate relationships: The role of gender and age, Violence Vict, 28(5): 804–821.
– Maiuro, R., D., O’Leary, K., D. (2000). Psychological Abuse in Violent Domestic Relations, New York: Springer, p. 197.
– Miller, A. (2007). La persecuzione del bambino. Le radici della violenza, Bollati Boringhieri.
– O’Leary, K. D. (1999). Psychological abuse: a variable deserving critical attention in domestic violence, Violence Vict, 14(1):3-23.
– Rizvi, S., F., I., Najam, N. (2014). Parental Psychological Abuse toward children and Mental Health Problems in adolescence, Pak J Med Sci, 30 (2): 256–260.
– Tracy, N. (2012). Psychological Abuse: Definition, Signs and Symptoms, HealthyPlace. Retrieved on 2019, May 26 from – https://www.healthyplace.com/abuse/emotional-psychological-abuse/psychological-abuse-definition-signs-and-symptoms
https://www.helpguide.org/articles/abuse/domestic-violence-and-abuse.htm
https://www.womenshealth.gov/relationships-and-safety/signs-abuse

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47 commenti
  1. marina
    marina dice:

    Salve, io stessa ho subito questo tipo di abuso, non accorgendomene inizialmente sono stati i miei familiari che si erano accorti del mio comportamento e della rabbia conseguente che mi portavo dietro, il problema è che iniziai a nasconderlo per paura di rimanere sola, così non ho fatto che peggiorare il rapporto con i miei genitori e sono stata isolata, iniziai a riempirmi di pensieri negativi, che l’unica alternativa nella vita sarebbe stata rimanere con questa persona che era in grado di mentire a sia a sé stessa che agli altri, pian piano è riuscito ad isolarmi da tutto, nella stessa mia mente, raccontando fatti quali le manipolazioni, gli abusi e la psicologia stessa come falsi, da non dover credere perché le considerava essere loro stesse una manipolazione.
    Ad oggi, io non so come recuperare il rapporto con i familiari, come poter guarire da questo che per me è diventato un trauma, ho perso il mio studio e la mia gioia, la mia positività per aver mentalmente sopportato ed essermi illusa di una storia che non avrebbe potuto funzionare. Faccio spesso molta fatica a stare zitta, una sera ho chiamato il numero antiviolenza per uno spintone che ho ricevuto, ma la persona in questione sarebbe in grado di denunciarmi e rigirare tutta la frittata facendo credere che IO sia la pazza psicopatica come sono stata chiamata, veramente assurdo tutto ciò. Cerco un supporto per guarire dai ricordi dolorosi che mi sto portando dietro. Sia a casa che da parte di questa persona sono stata chiamata vittima che non è il grado di rialzarsi. Come è stato scritto da Lei ci vuole molto coraggio per ammetterlo e fare il primo passo.

    Rispondi
  2. Dario
    Dario dice:

    Ciao,
    Parto dal punto che meriti il mio rispetto perché affrontare queste tematiche non è mai facile…
    Ma tutti i casi di persone aggredite o che “subiscono” sono riportati solo dalle statistiche sulle donne.
    Quindi seppur un discorso intenso, sei tornato nel medioevo presentando un mondo dove le donne sono succubi degli uomini… abbiamo avuto la parità dei sessi e come esistono uomini cattivi e aggressivi, esistono altrettante donne… non a caso in questo articolo chi ti ringrazia sono solo donne.
    Si dovrebbe, a mio modesto avviso, mettere in guardia anche gli uomini sulle modalità in cui le donne fanno violenza sugli uomini psicologica che ,sicuramente , una persona con la tua intelligenza saprà illuminare molti uomini su questa “attuale condizione”, che sempre a mio modesto parere potrebbe essere più utile perché si parla di attualità e non di passato solamente.

    Rispondi
    • giorgio
      giorgio dice:

      Perfettamente d’accordo con te
      Un uomo che chiama il 1522 viene deriso e liquidato in meno di 20 secondi, questo non succede se chiama una donna!! Il problema è che la violenza psicologia fatta da una donna in Italia ha valenza solo se la controparte ha prove eclatanti come video e registrazioni perché le sole minacce che riceve tramite messaggi e le testimonianze delle persone care che vivono la situazione non è sufficiente! Mi ritengo una vittima! Ho subito troppa violenza sia fisica che psicologica, fortunatamente ho un carattere forte e combattivo tutto questo deve cambiare !! Ho tutt’ora bisogno di Aiuto.
      Le persone in difficoltà vanno aiutate tutte senza discriminazioni sessiste

      Rispondi
  3. Roxy
    Roxy dice:

    Grazie per questo articolo!
    E’ stato una conferma a quanto sono giunta dopo 3 anni di violenze psicologiche da parte di un uomo frustrato, ignorante che soffre di complessi di inferiorità (dimostrandoli con superbia e narcisismo) e manie di persecuzione.
    Non solo mi ha danneggiata psicologicamente facendomi soffrire di ansia, agitazione ed attacchi di panico (mi chiamava urlando mentre ero a lavoro, dicendo che ogni cosa fosse colpa mia, laddove la sua superficialità ed incapacità, non gli facevano ammettere gli errori che lui stesso faceva), mi minacciava dicendo che ero io quella che aveva tutto da perdere e non lui.
    Ha danneggiato economicamente me e la mia, famiglia, mentendo continuamente in modo patologico…ero quasi diventata il suo bancomat.
    Io pensavo potesse essere il modo di sdebitarmi, per quello che lui faceva per me, e invece finalmente dopo tre anni e stando lontana da lui due giorni, la mia mente si è aperta, come un fulmine che squarcia il cielo.
    Ho deciso di chiudere con lui, le sue minacce, le sue manipolazioni, le sue insinuazioni, e presto riprenderò le mie cose e soprattutto la mia vita per chiudere definitivamente questo incubo!

    Rispondi
    • Mila
      Mila dice:

      Ciao Gaetano, anch’io purtroppo ho un figlio nella stessa situazione, e non è per niente facile.
      Leggo che hai scritto a giugno scorso, come sta il tuo figliolo oggi, spero che la situazione sia migliorata.
      Sto soffrendo anch’io insieme a lui sai, io consapevole, lui purtroppo ancora no.

      Rispondi
  4. Cosimo Lionetti
    Cosimo Lionetti dice:

    Personalmente voglio chiudere definitivamente tutti i ponti con questa persona. Non riesco a reagire neanche alle sue palesi bugie, e quando capita, forno male e mi sento male x diversi tempo.

    Rispondi
  5. Dario Moriontini
    Dario Moriontini dice:

    Qui si parla di una persona che fa violenza e l’altro che subisce sempre e tutto! In realtà nella guerra c’è l’attacco e il contrattacco: alle sue parole si deve reagire con la violenza delle nostre ed essere pronti a scattare come un molla nel caso di un suo attacco fisico e nel caso di una donna a scappare, ad urlare e a chiedere aiuto. Successivamente si deve minacciarlo di percosse se ripete il suo atteggiamente da parte dei nostri amici , portando (in situazioni senza prove) ad un vero e proprio pestaggio del violento persecutore. Insomma anche lui deve provare sentimenti di paura e persecuzione, è l’unico deterrente per non subire! Si deve però contare sull’aiuto di altre persone disposte ad aiutarci.

    Rispondi
  6. Angela
    Angela dice:

    Grazie dottore,
    Leggendo il suo articolo mi é più chiara la situazione che sta vivendo l’uomo che amo. Spesso ho pensato che quello che mi dice sono scuse, ma tutto si rispecchia in quello che ha scritto. Una donna che lo ricatta di fare del male a lui e a me, lo deride, lo umilia, usando proprio le parole da lei citate (fallito, nullità, privo di virilità) non escludo che gli metta anche le mani addosso in quanto lui mi ha parlato di coltelli. Spero di riuscire ad essergli di aiuto per superare tutto il dolore che sta provando ed essere finalmente felice

    Rispondi
  7. Ester
    Ester dice:

    Da poco tempo ho riconosciuto di essere in una situazione di abuso psicologico da parte di mia madre. Mi denigra sempre, critica sempre i miei interessi e i miei amici, fa di tutto per non farmi rendere indipendente, mi addossa la colpa di tutto… E in tutto questo, poi risponde con il pietismo dicendo che ha poco tempo rimasto per vivere ecc.
    Ci sono dei cambiamenti già a dir poco fondamentali in tutto questo: tante volte ho detto la mia opinione anche se era contraria alla sua, ad esempio, grazie al mio ragazzo inoltre ho capito di stare davvero in una situazione d’abuso, cosa di cui prima non mi ero mai accorta. Tante volte sono stata punita in maniera troppo dura per sciocchezze, come ad esempio la rottura di un oggetto. Il problema è che però non sono autosufficiente del tutto. Non solo perché lei ha negato lo sviluppo della mia indipendenza (ad es. fa di tutto per non farmi guidare la macchina), ma anche perché io vorrei poter fare la laurea magistrale senza problemi, e per questo non posso subito andare a lavorare e a vivere da sola. Come potrei fare in questo caso? Come posso cercare di sopportare la situazione?

    Rispondi
    • Bruno Liviano
      Bruno Liviano dice:

      Ciao Ester! Nulla accade a caso! Tutto ha un significato nella vita e volge al bene di tutti, anche se non lo vediamo. Con l’ascolto della propria coscienza, dove il Signore ci parla e con l’aiuto della psicologia si scoprono tante cose. Ognuno di noi ha una propria storia. Se può esserti d’aiuto, personalmente, dopo aver scoperto i miei traumi infantili e cercato con le mie forze di superarli, senza risultati positivi, ho capito che anche gli altri hanno i miei stessi problemi, per cui mi è stato più facile accettarli.

      Rispondi
  8. Francesco
    Francesco dice:

    Caro Francesco, con la tua disamina hai colto nel segno, mi trovo esattamente alla fine di una relazione con una donna che mi è piaciuta molto (forse a livello infantile ho badato solo all’ inizio molto all’ aspetto fisico e poi lei si è accuratamente celata nel suo vero carattere), fatto sta che ora mi trovo a 62 anni (lei aveva 5 anni di meno) completamente demolito e privo di forze, e non ti nascondo che ho sperato nella morte magari per malattia per porre fine alle mie sofferenze, che sono incredibilmente aumentate dopo che mi ha pure lasciato probabilmente per un altro. Come mi pare di avere letto nella tua disamina, oramai mi trovo demolito e con l’ autostima sotto ai ‘tacchi’ e mi sento di non essere più adatto a nulla. Per di più questa situazione coincide con il pensionamento e mi preoccupa ancora di più.
    Fatto sta che lei è stata l’ archetipo di quello che incredibilmente descrivi, minacciando continuamente di abbandonarmi e questo mi ha reso ancora più dipendente e disposto a sentire le sue offese sul carattere e sul fisico, private e pubbliche ed i forti attacchi ad alta voce per i motivi più futili. Tutto il motivo del contendere è apparentemente stato il fatto che io non ho mai abbandonato a se stessi i figli oramai grandi avuti da una precedente relazione matrimoniale, che ho continuato a seguire abbastanza assiduamente per portarli ‘a stato’, e questo è stato devastante sia per la relazione ma sia per me che ho cercato di non scontentare nessuna delle due parti, e spesso sono stato dilaniato dal dispiacere ma incapace di lasciarla io. Lei aveva preteso con la sua rigidità che i figli l’ accogliessero a braccia aperte e facessero loro sempre il primo passo, ma non avendo lei figli probabilmente non si è resa conto che oggi i ragazzi non sono più quelli di 50 anni fa, e tra l’ altro essendo stati affidati a me dopo il divorzio, sono vissuti molto in complicità con me che ho fatto anche in un certo periodo anche da madre.
    Fatto sta che da una persona attiva e stimata sia nel campo del lavoro che nelle amicizie, ora mi sento esausto e privo di stima per cui sono l’ archetipo del soggetto passivo della tua disamina, se mi vuoi dare qualche consiglio l’ accetto con piacere e poi appena avrò qualche forza in più probabilmente ti chiamerò.
    Francesco

    Rispondi
  9. Loredana
    Loredana dice:

    Questo articolo mi tocca personalmente per diversi motivi, grazie per averlo condiviso ed ora ti seguo!!!
    💖

    Rispondi
  10. Valentina
    Valentina dice:

    Grazie per questo articolo. Mi ritrovo completamente nei comportamenti descritti di abuso emotivo e psicologico subito da parte dei miei genitori e in particolar modo da parte di mia madre. Sono una donna di 39 anni, ho subito per anni una serie di comportamenti passivo-aggressivi in cui sono stata umiliata, sgridata, minacciata di farmi fare brutte figure in pubblico, sminuita nei miei interessi e passioni (bollati come noiosi) e manipolata nei miei comportamenti e decisioni (a partire dalla scelta della facoltà universitaria). Dieci anni fa, appena ho iniziato a lavorare, ho deciso di andarmene di casa e i comportamenti vessatori, pur essendo diminuiti in termini di quantità, sono sembrati aumentare per intensità e astio. Qualche esempio. Per il mio trentesimo compleanno sono stata lasciata da sola, completamente ignorata. Quando ho conosciuto quello che è diventato il mio attuale marito, sono stata criticata e mia madre, confidandosi con mia zia, mi ha apostrofata in modo molto offensivo (come poi mi è stato riferito). Nel corso della mia prima vacanza con mio marito, mia madre ha sentito l’esigenza di chiamarmi solo per dirmi che quell’anno non avremmo trascorso la vigilia insieme perché se ne sarebbero andati all’estero (cosa mai successa prima). Al mio matrimonio, non ho potuto invitare i miei parenti. Quando ho subito un brutto intervento chirurgico, mia madre non è stata presente perché non ha voluto prendere un giorno di ferie dal suo lavoro e mio padre, pensionato, è rimasto a casa. Da ultimo, sono stata criticata e bollata come una traditrice semplicemente per il fatto di aver intrattenuto rapporti telefonici con mia zia senza poi riferirne il contenuto a mia madre. Mi è stato detto testualmente: “Hai sbagliato, anche altre persone lo confermano”. A questo punto, ho reagito e con fermezza mi sono difesa dicendo che non ho fatto niente di male. Da quel giorno, non mi rivolgono più la parola, sono passati vari mesi. Solo mio padre ha cercato di contattarmi, ma solo per insultarmi ancora dicendo che è tutta colpa mia e che io “non so campare”. E’ molto difficile andare avanti e l’impatto emotivo di tutto questo per me è devastante, ma non posso tornare indietro. Mi scuso per questo lungo commento, ma aver letto il suo articolo e aver visto che tra i comportamenti da tenere c’è l’allontanamento mi ha dato un po’ di sollievo e motivazione per continuare su questa strada. Grazie.

    Rispondi
    • Loredana
      Loredana dice:

      Come ti capisco. Anche i miei genitori usavano un linguaggio non piacevole, ho preso botte e sono sicura che erano dovute allo sress. Ho subito e sofferto molto…sono scappata di casa e finita in America. Le mie dcisioni, molto spesso offuscate sono state avventate. Ho odiato mio padre per tanto tempo. Poi sono passata col perdonarlo ma non e’ una giustificazione. Ho 51 anni e ancora come sempre ho difficolta’ con le relazioni e soprattutto autostima, non so cosa sia…non ho continuato gli studi xche’ ho sempre pensato di non farcela…che tristezza, il tempo passato non ritorna piu’ cavoli!!! Un abbraccio

      Rispondi
  11. Mirko
    Mirko dice:

    Caro Francesco, sono un uomo di 46 anni, con un lavoro importante e rispettabile nel settore del turismo estero, forte e sicuro di me stesso ho sempre affrontato la vita con ottimismo, energia positiva, orgoglio ed un sorriso. Ho conosciuto mia moglie nel 2014 in Canada (lei è Jamaicana) ci siamo sposati nel 2017 in Grecia dove io vivo dal 2012. Un posto bellissimo e soleggiato. Leggendo il tuo articolo ma sono rispecchiato in molti dei dettagli che descrivi realizzando che vivo ormai in una situazione di violenza domestica. Mia moglie, attualmente in stato di attesa al 4to mese, negli anni è diventata il mio peggior incubo. Non c’è cosa che faccio o dico che sia giusta, ridicolizza ogni mio successo lavorativo, mi insulta e sminuisce continuamente, mi accusa di tradimenti inesistenti (mi riferisco al fatto che non esistono neanche i requisiti per un tradimento. Chiunque nel mio ambiente lavorativo e privato può confermare la mia totale devozione per mia moglie e rispetto della sua dignità e reputazione), spesso ha scatti di ira con tazze e pentole che mi tira contro, rompe e spacca oggetti a cui tengo e minaccia di romperne altri se non ubbidisco alle sue ‘richieste’ esse siamo finanziarie o materiali tipo “portami un bicchiere di acqua ORA!”, mi spinge, e tira calci e graffi con l’intento di suscitare una mia reazione fisica per poi farmi passare per violento. Si inventa fatti non veri per giustificare i suoi comportamenti e nel tempo mi ha convito (stupido io) a non parale di questi episodi con i miei genitori (che comunque vivendo in Italia possono fare poco nell’immediato). Sel liti si accendono quando io non subisco passivamente e magari mi difendo da abusi verbali o nego di darle soldi per i suoi interessi in Jamaica o non ho voglia do fare ciò che dice immediatamente o se non mi vesto come dice. Cose assurde !!! Ieri, contro ogni mia vergogna personale, ho dovuto chiamare la Polizia Locale perché mia moglie ha iniziato ad agitare coltelli da cucina contro di me (non è la prima volta) ha tagliato le gomme della mia bici, ha spaccato e nascosto altri pezzi di ricambio etc etc. Io ho dovuto bloccarla mentre scalciava e tirava pugni disarmandola del coltello e forbici che ha usato come dicevo poco fai. Quando la
    polizia è arrivata lei si è tirata addosso del vino rosso per simulare come se io l’avessi assaltata. Ho passato la notte sul divano e sono devastato da una situazione della quale mi sento responsabile perché avrei dovuto uscirne molto ma molto prima. Ora con la gravidanza non so neanche cosa immaginare. Quali sono i passi da seguire?

    Rispondi
  12. Sabrina
    Sabrina dice:

    Grazie.
    Con questa spiegazione mi sono vista in uno specchio che vivo dal 1988.
    Finalmente, lo scorso novembre ho ottenuto il divorzio, ma la situazione è peggiorata, perché purtroppo la mia trappola o, come lo definisco io, il mio tunnel senza luce, è che lui è mio socio nell’attività che abbiamo insieme.
    Ho 54 anni e reinventarmi un lavoro mi immobilizza.
    Per un malessere, un mese fa mi sono assentata dal lavoro e in ospedale mi hanno dato 15 giorni di monitoraggio a casa. Bè, non riesco più a tornare, il solo pensiero “domani rientro” fa reagire il mio corpo negativamente. e questo l’ho capito dalla sua spiegazione.
    Ero preoccupata per la mia stanchezza, in questi giorni dormo anche sedici ore per non pensare, apatia e mal di testa.
    Secondo la meta-medicina ogni sintomo è un messaggio dell’anima e sto molto attenta ad ascoltare quel che il corpo mi dice, ma a parte lo stress, non pensavo fosse una overdose di non rispetto e abuso. Grazie. Credo proprio che mi serva questa pulizia della lontananza.
    Se economicamente non dipendessi dalla stessa società, sinceramente mi sarebbe facile seguire il suo consiglio: “Se è possibile, taglia tutti i ponti. Rendi chiaro che è finita e non guardarti indietro.” Dal cuore grazie per avermi illuminato.

    Rispondi
  13. Veronica
    Veronica dice:

    Buongiorno, ho avuto una relazione di quasi cinque anni più un’anno di convivenza! Questa persona che mi ha fatto violenza psicologica, la stranezza è che me la faceva nel momento in cui si discuteva per un problema, io me ne tornavo a casa e li incominciavano offese brutte, mi faceva credere che fossi io il problema, che era sempre colpa mia! Mi ha distrutto a livello psicologico! Sono piena di insicurezze e paure!!! Come affrontare tutto ciò??? La ringrazio se leggerà il mio commento! Ho incominciato a leggere il suo blog, molto interessante, per questo mi sono sentita di scriverle! Buona giornata.

    Rispondi
  14. alessandra frezza
    alessandra frezza dice:

    Sono Alessandra anch’io vittima di una devastante violenza psicologia ed emotiva. Ho una relazione da dodici anni ,la classica relazione tossica caratterizzata da continui maltrattamenti verbali, fisici ed abusi emotivi.
    Sono consapevole di quanto sia malsana e disfunzionale tale relazione e per anni ho cercato di uscirne, ma purtroppo un legame sconosciuto e irrazionale mi ha sempre fatto tornare in quella vita infernale.
    Due anni fa credevo di essere riuscita finalmente a liberarmi di lui, avevo rivisto dopo trent’anni un mio flirt di quando ero ventenne ,ma ahimè l’avevo vestito con le vesti del principe azzurro dandogli in mano lo spettro della mia salvezza regalandogli ogni pezzo di me, ogni mia fragilità e tutta la mia storia.
    Ma invece di un principe mi ero nuovamente imbattuta in un altro carnefice che ha finito di sgretolare quei pochi pezzi dire che erano rimasi illesi.
    Oggi sono riuscita a liberarmi di lui ma come la maggior parte delle storie di abusi emotivi mentali e psicologici ho cercato ancora una volta la mia salvezza fidandomi della mano del mio primo carnefice.
    Ed eccomi ancora a lottare per liberarmi di ciò che ha annientato la mia autostima la mia dignità di donna di essere umano e di madre.
    vi ringrazio sperando di poter affrontare il lungo percorso che dovrò percorrere insieme a chi può condividere e capire la mia storia
    Alessandra

    Rispondi
    • Anna
      Anna dice:

      Penso che il modo migliore per difendersi dalle violenze psicologiche e maltrattamenti da famigliari o parenti , sia DENUNCIARE alle Forze dell’ Ordine coloro che intendono distruggere la persona ed allontanarsi per sempre da questi soggetti privi di scrupoli , manipolatori , narcisisti e violenti , per tutelare la propria incolumità . Ho deciso di RIPUDIARE chi minaccia la mia serenità , la mia vita ed il benessere fisico e psichico mio e di chi amo .

      Rispondi
  15. Luisa
    Luisa dice:

    Leggendo il suo articolo mi sono resa conto di essere arrivata alla frutta…. Dopo aver fatto un adeguata analisi su me stessa e il mio caso ho chiesto aiuto a un terapeuta dicendogli di aiutarmi a lasciare mio marito perché lui pensa di amarmi ma x me è solo possessione ossessiva… Sto ancora aspettando risposte…. Intanto mi sono auto analizzata e ora solo al punto 2 del suo articolo dopo essermi guardata allo specchio mi sono detta basta non puoi farti trattare così e ora sono io a mettere paletti ma lui è diventato rabbioso e sospettoso mi controlla tutto e mi minaccia convinto che io abbia un altra relazione…. Si sta creando prove contro di me… 😔Penso che il prossimo passo sia legale… Tanto in terapia da solo non va… Ha fatto un po di sedute ma solo perché c’ero anche io…..
    Mi scusi per lo sfogo ma dopo il suo articolo so di essere sulla strada giusta… Quella della libertà mentale di agire senza pregiudizi…

    Rispondi
  16. Angelo
    Angelo dice:

    Bravo, Dottore!
    Mi sono dovuto allontanare dal mio paese per lavoro. Avevo un amico che, alla luce dei suoi articoli, soffre del disturbo narcisistico. Io, invece di quello della dipendenza affettiva. Le lascio immaginare come eravamo in relazione: all’apparenza inseparabili e amici invidiabili, nella realtà quasi sempre in conflitto. Anche se soffrivo, sopportavo. Dove trovare un’altra persona tutta per me? Dicevo. La mia decisione di recarmi altrove ha però rotto l’apparente equilibrio. Non le dico la violenza psicologica subita. In pratica, non mi parla più o quasi. Io, inizialmente non ho sofferto. Sto, invece, soffrendo ora, dopo che ho saputo di una sua totale dedizione ad un’altra persona. Una persona che esattamente ha preso il mio posto! Per questo, sto lavorando sulla mia autostima, e disinteressarmi di questa sua nuova relazione, che non ha senso, come non aveva senso la nostra. Sto definendo, inoltre, nuovi confini. Ogni tanto, comunque, questo mio amico si fa sentire. Io capisco che lo fa per sondare il terreno. Per vedere, cioè, se ho chiuso definitivamente o meno. Logicamente rispondo con benevolenza, perché non voglio chiudere con nessuna persona: come tutti, anch’io ho bisogno degli altri! Poche volte, ma è successo che anch’io ho preso l’iniziativa. Mi mantengo, però, all’interno dei miei confini stabiliti. Non spengo il lucignolo fumigante. Dico: potrebbe sempre aver bisogno di me, specie dopo che avrà risolto i suoi problemi, se ciò avverrà. La domanda, Dottore. Questo spiraglio di luce, che di tanto in tanto si fa presente e che, nei limiti, io alimento lo ritiene comunque positivo per il benessere di entrambi e per la nostra amicizia?

    Rispondi

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