Somatizzare:
Come affrontare i disturbi psicosomatici
Allora non puoi perderti l’articolo di oggi.
Ti parlerò infatti del cosiddetto “somatizzare” (o somatizzazione) e dei disturbi psicosomatici.
Fai attenzione:
Ciò che leggerai all’interno di questo articolo è frutto di un’accurata ricerca delle migliori informazioni sull’argomento (dalla letteratura internazionale), così come del mio lavoro in studio con i pazienti che soffrono di questi disturbi.
Insomma, ho cercato di raccogliere praticamente tutto ciò che c’è da sapere.
Al solito, verso la fine dell’articolo troverai una parte pratica nella quale ti darò alcuni punti importanti sui quali potrai lavorare già da oggi.
Sei pronto?
Cominciamo..
Se soffri di questi disturbi sai che sono molto fastidiosi e per alcune persone decisamente invalidanti. Se condividerai questo articolo potrai aiutare chi ne soffre a fare maggiore chiarezza e mi aiuterai a mantenere sempre alta la qualità delle informazioni che ti fornisco. Basta un semplice click. Ti ringrazio!
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Indice dei contenuti
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COSA SI INTENDE PER PSICOSOMATICA?
Il termine psicosomatica fa riferimento ai sintomi fisici reali che emergono o sono influenzati dalla mente e dalle emozioni piuttosto che da una causa organica. Si rifà ai 2 concetti di mente (psiche) e corpo (soma).
Una malattia psicosomatica coinvolge perciò sia la mente che il corpo.
Il DSM 5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) include una categoria chiamata “Disturbo da sintomi somatici” (conosciuto anche come “disturbo di somatizzazione” o “somatoforme“) riferendosi a persone con sintomi fisici gravi, cronici e dolorosi che possono avere o meno una spiegazione medica.
Dal punto di vista epidemiologico, nonostante i dati attuali siano estremamente limitati, sia per la disomogeneità che per la difficoltà nel definire e studiare tali fenomeni, emerge
che circa il 30% della popolazione potrebbe in qualunque momento della propria vita sviluppare sintomatologia riconducibile a somatizzazione (se vuoi approfondire ti consiglio di leggere questo report dal sito HealthSearch)
I sintomi possono essere o meno riconducibili a una causa fisica incluse condizioni mediche generali, altri disturbi mentali o abuso di sostanze. Ma a prescindere, causano livelli di disagio eccessivi e sproporzionati.
E’ facile intuirlo:
I cosiddetti sintomi inspiegabili dal punto di vista medico sono estremamente comuni: diversi studi hanno mostrato che almeno un terzo dei sintomi somatici presentati nelle cure primarie rientrano in questa categoria.
Secondo il dottor Kroenke dell’Indiana University tra 1/5 e 1/4 di questi sintomi sono cronici o ricorrenti.
La Connessione mente-corpo
Ognuno di noi sperimenta la connessione corpo-mente in ogni momento.
Questa connessione è la comunicazione che avviene tra il cervello e il corpo e coinvolge il midollo spinale e i messaggeri elettrici e chimici (come i neurotrasmettitori e gli ormoni).
Questo sistema di comunicazione è responsabile del rilevamento delle informazioni utilizzando il nostro corpo (tramite occhi, orecchie, naso e pelle), del trasferimento di queste al cervello e dell’invio di messaggi importanti a tutte le parti del corpo.
Non poteva essere diversamente:
Questo sistema è ciò che rende possibile ai nostri cervelli l’invio di messaggi e il controllo dei nostri corpi (es. muovere le varie parti, dirci quando siamo affamati, avvertirci di un pericolo ecc.). Questa connessione è automatica e involontaria.
Le risposte di attacco-fuga o di congelamento sono ottimi esempi di questo sistema.
Quando sentiamo di essere in pericolo viene innescata una potente risposta a livello fisico: questo può avvenire quando siamo impauriti ed esiste un grave pericolo, ma può manifestarsi anche quando questo non è così intenso o immediatamente presente.
Cosa significa Somatizzare?
Il termine “Somatizzare” indica che i pazienti esprimono e sperimentano le loro emozioni attraverso un malessere fisico corporeo. Un malinteso comune riguarda il fatto che le condizioni psicosomatiche siano immaginarie o “solo nella nostra testa“.
La verità è che i sintomi fisici di una condizione psicosomatica sono reali e richiedono un trattamento specifico. Secondo i dati, fino al 12% delle visite mediche riguardano sintomi somatici e ciò li rende estremamente reali.
Tutte le emozioni hanno infatti una parte fisica: ad esempio possiamo piangere quando siamo tristi o respirare affannosamente quando siamo preoccupati o ansiosi.
Ognuno di noi somatizza, in un modo o nell’altro.
Ciò significa che chi ha questi sintomi non sta fingendo, anche se non sembra esserci una spiegazione medica rilevabile, e vive una situazione che influenza molto la vita quotidiana.
A questo punto potrebbe esserti sorta questa domanda:
- “in che misura dovrei preoccuparmi di una condizione medica grave alla base dei miei sintomi oppure pensare che il problema sia psicologico e agire di conseguenza?“
La risposta è negli esami medici. Quando questi sono negativi dovresti cominciare a valutare l’impatto emotivo dei tuoi sintomi.
Spesso i sintomi corporei o i malesseri fisici che vivi sono la manifestazione di un disagio che non si può esprimere con altro linguaggio.
Si tratta di una modalità appresa per gestire conflitti interiori, memorie traumatiche o, anche, per evitare di compiere particolari azioni di cambiamento.
Il dolore è troppo intenso per accedervi con uno stato di consapevolezza maggiore e avere la possibilità di chiarire a se stessi come stanno davvero le cose. Prendersi cura del proprio corpo allora, significa prendersi cura di sé e questo vale anche per i relativi malesseri psichici.
Devi saperlo:
La diagnosi di disturbo da somatizzazione può creare molto stress e frustrazioni per i pazienti: possono sentirsi insoddisfatti quando non c’è una migliore spiegazione fisica dei loro sintomi oppure gli viene detto che il loro livello di sofferenza non ha una base fisica.
Questo stress li porta spesso a diventare più preoccupati per la loro salute e ciò crea un circolo vizioso che può persistere per molti anni.
Andiamo ora a vedere quali sono i sintomi e i disturbi che rientrano nella categoria della somatizzazione.
QUALI SONO I SINTOMI E I TIPI
DI DISORDINI PSICOSOMATICI?
Il termine “disordine psicosomatico” è principalmente usato per indicare: “un disturbo fisico che si pensa sia causato, o peggiorato, da fattori mentali“
In questo tipo di disordine i sintomi possono perciò essere tra i più variegati.
Prima di parlarne dobbiamo considerare che:
- può esserci un singolo sintomo, oppure possono essere multipli.
- i sintomi possono essere lievi, moderati o gravi.
C’è un aspetto mentale in qualsiasi malattia fisica: infatti, il modo in cui reagiamo o affrontiamo un disturbo varia da persona a persona.
Ad esempio l’eruzione cutanea tipica della psoriasi può non disturbare molto alcune persone, mentre in altre può portare anche alla depressione.
Alcuni disturbi fisici sono particolarmente inclini a peggiorare se concorrono fattori come la stress o l’ansia. Alcuni di questi sono:
- psoriasi
- eczema
- eruzioni cutanee
- ulcere gastriche
- problemi allo stomaco e all’intestino
- mal di testa diffuso
- ipertensione e malattie cardiache
La somatizzazione dell’ansia, in particolare, è molto comune ed ha importanti implicazioni per identificare i pazienti che hanno disturbi d’ansia.
Anche se non è ancora stato compreso a fondo il meccanismo esatto, i ricercatori sanno che lo stress e i vissuti depressivi possono esprimersi anche tramite dolore e malattie fisiche.
Per quanto riguarda i pensieri, le emozioni e i comportamenti più diffusi troviamo:
- la costante preoccupazione riguardo una potenziale malattia.
- vedere le sensazioni fisiche come un segno di grave malattia.
- aver paura riguardo la serietà dei sintomi, anche quando non c’è nessuna evidenza.
- sentire che le valutazioni mediche o il trattamento non sia adeguato.
- sentire che l’attività fisica può danneggiare il corpo in qualche modo.
- controllare ripetutamente il proprio corpo per eventuali anomalie.
- frequenti visite mediche che non alleviano le preoccupazioni o le peggiorano.
- mostrare una compromissione più grave di quanto generalmente avviene in una condizione medica.
In questo tipo di disturbo, perciò, più che i sintomi specifici che sperimenti è proprio il modo in cui li interpreti o reagisci ad essi che ha un impatto sulla vita quotidiana.
Quali disturbi sono psicosomatici?
I 2 tipi principali di disturbi che descrivono la somatizzazione sono:
1) Disturbo da sintomi somatici: i bambini e i giovani con questo disturbo possono avere sintomi corporei quali:
- dolore all’addome o alle gambe
- mal di testa
- fatica e stanchezza diffusa
- nausea
- problemi alla pelle
- bisogno urgente di andare in bagno
- dolore cronico
Spesso chi ha una malattia psicosomatica tende ad avere anche disturbi ansiosi.
2) Disturbo di conversione (disordine neurologico funzionale) caratterizzato da sintomi neurologici quali:
- debolezza o paralisi
- vertigini o svenimento
- movimenti anomali (simili a convulsioni epilettiche)
- difficoltà nel linguaggio
- formicolio o intorpidimento
- perdita di memoria
I sintomi possono riguardare uno o più differenti organi come:
- la testa
- la pelle
- la muscolatura
- il tratto gastrointestinale
- gli organi sessuali
Mi segui ancora?
Bene!
Perché adesso, dopo aver visto i sintomi di questi disturbi passeremo ad indicarne le cause più frequenti.
QUALI SONO LE CAUSE DEI
DISTURBI PSICOSOMATICI?
Le cause esatte di questi disturbi non sono tutt’oggi chiare, ma possono giocare un ruolo alcuni fattori quali:
- Fattori genetici e biologici, come la forte sensibilità al dolore.
- Influenze familiari, sia genetiche che ambientali.
- Tratti di personalità che possono influenzare il modo in cui identifichi e percepisci la malattia e i sintomi corporei.
- Comportamenti appresi: i cosiddetti “vantaggi secondari” della malattia.
Come abbiamo visto per altri disturbi, le cause di una malattia psicosomatica possono essere legate a molteplici fattori.
Dal punto di vista psicologico si fa riferimento spesso ad una diminuita consapevolezza o a problemi nell’elaborazione delle emozioni (le cosiddette “emozioni represse” come ad es. la rabbia).
In questo modo i sintomi fisici diventano il centro della propria attenzione per evitare vissuti emotivi dolorosi o pericolosi. Somatizzare diventa un modo per esprimere i propri vissuti attraverso il corpo.
Tra i fattori di rischio più comuni vi sono:
- la presenza di disturbi d’ansia o depressione
- la presenza di una condizione medica specifica
- avere una storia familiare di problemi medici
- sperimentare eventi di vita stressanti, traumi o violenze
- avere un basso livello di educazione e status socioeconomico.
Complicazioni
Il disturbo da sintomi somatici può essere associato a:
- Cattive condizioni di salute
- problemi di funzionamento nella vita quotidiana, inclusa disabilità fisica
- problemi nelle relazioni (es. dipendenza)
- problemi sul lavoro o disoccupazione
- altri disturbi mentali, come l’ansia, la depressione o i disturbi di personalitÃ
- un incremento di ideazioni suicidarie o suicidi
- problemi finanziari collegati a visite mediche frequenti.
Il problema di chi ne soffre
Quando una persona si reca nel mio studio e lamenta un disturbo o una malattia psicosomatica mi capita spesso di sentire frasi come:
- “sto soffrendo davvero ma nessuno sembra darmi una risposta precisa”
- “per gli altri sembra che io non abbia nulla e stia solo fingendo”
- “mi ripetono che è tutto nella mia testa, ma io sto male!”
Così queste persone devono affrontare sia l’incertezza della loro condizione sia lo stigma sociale e la vergogna che ne deriva. Ed è un gran peso da sopportare.
Sul piano psicologico, le malattie croniche di qualsiasi tipo, comprese quelle senza una spiegazione precisa, possono portare a un declino del funzionamento, a cambiamenti nell’immagine corporea e al conseguente evitamento di attività e persone.
Il famoso “chiudersi in se stessi“.
Questo porta poi spesso alla perdita di amici e contatti sociali e predispone a disturbi quali la depressione reattiva e a quelli ansiosi che creano un circolo vizioso che non fa che aumentare i sintomi stessi.
Inoltre, i pazienti possono effettuare una gran quantità di interventi medici inutili e persino pericolosi e al tempo stesso nessun intervento psicologico.
La situazione diventa così costosa per loro e per il sistema.
Vediamo perciò ora quali possono essere i possibili trattamenti.
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Col tempo è diventato un vero e proprio spazio di ascolto, comprensione e supporto. Unisciti ai 10.000+ membri.
I TRATTAMENTI DELLA SOMATIZZAZIONE
Come può essere d’aiuto la psicoterapia?
Le persone che sperimentano disturbi psicosomatici possono aggrapparsi alla convinzione che i loro sintomi abbiano una causa fisica sottostante, nonostante la mancanza di prove a riguardo.
Anche se c’è una condizione medica che li causa, potrebbero non riconoscere che la quantità di sofferenza che stanno sperimentando è eccessiva: questi individui tendono a respingere ogni indicazione che può suggerire l’importanza dei fattori psicologici nella genesi dei loro sintomi.
Poiché, come abbiamo visto, i sintomi fisici possono essere legati a stress psicologico, ansia e vissuti emotivi dolorosi, la psicoterapia può invece essere molto d’aiuto. Vediamo in che modo:
- può aiutarti a esaminare e adattare le tue percezioni e aspettative riguardo la salute e i sintomi fisici
- può aiutarti a ridurre lo stress
- a gestire meglio i sintomi fisici
- a ridurre la preoccupazione e i pensieri eccessivi e ripetitivi
- può aiutarti a ridurre l’evitamento di situazioni e attività legate ai sintomi fisici
- affronta la depressione e altri disturbi di salute mentale
- può migliorare il tuo funzionamento a casa, al lavoro, nelle relazioni e nelle situazioni sociali
Per molte persone, affrontare questi disturbi da soli è una delle più grandi paure.
Lo psicoterapeuta può aiutarti ad affrontare i tuoi sintomi e a capirne le cause, senza dover continuare a trovare soluzioni da solo.
E può aiutarti ad alleggerire il tuo carico emotivo.
Se vuoi approfondire il tipo di approccio che utilizzo per affrontare questi disturbi puoi leggere qui
E i farmaci?
In questo tipo di disturbi non si possono non menzionare anche i farmaci.
Gli antidepressivi possono aiutare a ridurre i sintomi e il dolore che spesso si manifestano nella malattia psicosomatica.
Se un medicinale non funziona molto bene, il medico può raccomandare una combinazione diversa: ricorda che possono volerci diverse settimane per avere un miglioramento consistente dei sintomi.
Alcuni studi hanno mostrato che gli antidepressivi possono aiutare a migliorare una gamma di sintomi inspiegabili, indipendentemente dal fatto che l’individuo sia depresso o meno.
Prova a parlare con il tuo medico e a valutare con lui le varie opzioni, i possibili effetti collaterali e gli eventuali rischi.
COME AFFRONTARE E SUPERARE
I DISTURBI PSICOSOMATICI?
5 PUNTI CHE POSSONO AIUTARTI
Vediamo ora 5 punti che possono guidarti a comprendere meglio come muoverti se pensi di sperimentare un disturbo psicosomatico.
Ricorda sempre che questi punti non sostituiscono un percorso terapeutico.
1) Fai tutti gli accertamenti medici necessari
Il primo punto è proprio quello più scontato: per valutare la possibilità di una causa emotiva legata ai tuoi sintomi è necessario prima escludere tutto ciò che può avere origini organiche.
Ma se sei qui immagino tu lo abbia già considerato da un po’.
Se hai fatto tanti esami medici e sono tutti negativi, prova a valutare la possibilità di rivolgerti ad un terapeuta.
2) Identifica le fonti di stress quotidiano
Se il tuo medico non riscontra problemi organici dopo vari esami clinici potrebbe consigliarti un professionista della salute mentale, ma ciò non significa che i tuoi sintomi fisici siano solo legati ad aspetti psicologici profondi.
È molto importante anche imparare a gestire efficacemente lo stress quotidiano, ma spesso è un processo che richiede tempo. Il primo passo è quello di identificarne prima di tutto le fonti:
- stai vivendo della relazioni disfunzionali?
- vivi difficoltà a livello lavorativo?
- ti ritrovi ad avere costanti pensieri ripetitivi?
Queste sono solo alcune delle domande che puoi porti per cominciare ad individuare cosa continua a creare stress nella tua vita.
3) Inizia ad ascoltare e comprendere i tuoi vissuti emotivi
Il primo passo per cominciare a comprendere i tuoi disturbi è permetterti di essere umano e capire che hai delle difficoltà e va bene così.
Per comprendere i tuoi vissuti emotivi dovrai fare un importante lavoro su di te, anche se intenso o difficile (ad es. provare emozioni che possono essere dolorose).
Potrebbe essere necessario lasciar andare le aspettative e i vecchi sensi di colpa che porti dietro da molto tempo.
I cosiddetti “doveri” che hanno spesso guidato il tuo comportamento.
Potrebbe essere necessario rinunciare al controllo in alcune aree della tua vita o allentare la tua tendenza a ricercare la perfezione.
Potresti arrivare a comprendere che una grande fonte del tuo stress è proprio la pressione che eserciti su te stesso, ed è perciò sotto il tuo controllo.
Comincia a prestare attenzione a te stesso, al tuo umore e alle reazioni del tuo corpo.
4) Identifica il meccanismo della Negazione
Come avrai capito, spesso alla base del somatizzare (così come per tanti altri disturbi psicologici) c’è la tendenza ad evitare emozioni molto dolorose.
Uno dei meccanismi di difesa principali dell’essere umano è la negazione: attraverso di essa la mente si protegge da esperienze troppo dolorose, tenendole fuori dalla consapevolezza (un comportamento tipico legato a ciò è la tendenza ad autosabotarsi).
Se è vero che questo meccanismo ci può aiutare in alcune fasi della nostra vita (es. l’infanzia) tende poi a rimanere rigido e ci impedisce di accedere alle nostre emozioni più autentiche. Col risultato che ci fa soffrire e vivere in una fantasia, portandoci a mentire a noi stessi.
Non è facile identificare questo meccanismo da soli, ed è per questo che c’è bisogno di un terapeuta che ci possa aiutare.
5) Impara efficaci meccanismi di coping
Dopo aver imparato a riconoscere e identificare le fonti di stress nella tua vita e ad ascoltare i tuoi vissuti emotivi, il passo successivo sono i meccanismi di coping.
Come avrai intuito, una delle cose migliori che puoi fare per te stesso è evitare di tenere dentro le tue emozioni.
Come una pentola a pressione, tutte queste emozioni accumulate nel tuo corpo usciranno fuori in un modo o nell’altro e daranno il via a vari disturbi (tra i quali anche quelli somatici).
La cosa più sana che puoi fare è quindi imparare alcuni modi controllati per “sfogarle“ (nel frattempo fai anche attenzione a non utilizzare meccanismi poco salutari, come l’utilizzo di alcol o sostanze).
Ci sono moltissimi metodi per lavorare in questo senso, devi solo trovare qual è il migliore per te. Ecco alcune idee:
- prova a parlare con un amico di ciò che ti porti dentro.
- prendi parte ad un gruppo di supporto.
- impara tecniche di meditazione o rilassamento (consiglio sempre la mindfulness).
- individua obiettivi specifici nelle varie aree della tua vita (es. relazioni, lavoro, famiglia ecc.).
- trova il tempo per attività che ti piacciono e ti fanno sentire vivo.
- riconosci la tua tendenza a voler controllare tutto, ad essere perfetto e lascia a te stesso la possibilità di fare errori.
- mangia in maniera bilanciata, fai esercizio fisico regolare e dedica del tempo a dormire bene.
- lascia andare rancori, schemi di pensiero, o relazioni che non sono salutari o utili per te.
- fai qualcosa di carino per qualcun altro (e assicurati di farlo anche per te stesso).
Ovviamente, queste sono solo idee generali che possono aiutarti ad alleggerire il carico emotivo derivante dai vari stress nella tua vita.
Esistono situazioni nelle quali i disturbi psicosomatici hanno cause molto più profonde e complesse che vanno indagate. Se senti che questo è il tuo caso non esitare a rivolgerti ad un professionista della salute mentale.
CONCLUSIONE
Bene!
Siamo arrivati alla conclusione di questo articolo!
Spero ti sia piaciuto.
Ma soprattutto spero ti abbia dato degli spunti per comprendere più a fondo questa problematica che, come abbiamo visto, può diventare realmente invalidante.
Non limitarti a leggerlo una sola volta ma sentiti libero di rileggerlo ogni volta che ne senti il bisogno.
Con la consapevolezza però che è solo un articolo e per poter lavorare a fondo su questi disturbi è spesso necessario un percorso terapeutico.
Se senti di esser pronto ad affrontare questa problematica puoi contattarmi come sempre a questa pagina.
Se invece vuoi farmi qualche domanda puoi farlo come sempre nei commenti.
Un saluto!
ALCUNI RIFERIMENTI
https://www.apa.org/monitor/2013/07-08/symptoms
– Bass, C., Benjamin, S. (1993). The management of chronic somatisation. Br J Psychiat, 162:472–80.
– Holloway, K. L., Zerbe, K. J. (2000). Simplified approach to somatisation disorder, Postgrad Med, 108:89–95.
– Katon, W. J., Walker, E. A. (1998). Medically unexplained symptoms in primary care, J Clin Psychiatry, 59(suppl 20):15–21.
– Ormel, J., Koeter, M.W., van den Brink, W., van de Willige, G. (1991). Recognition, management, and course of anxiety and depression in general practice, Arch Gen Psychiatry, Aug; 48(8):700-6.
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semplicemente fantastico, diretto, esplicativo, efficace, empatico e dirimente. grazie
La ringrazio molto Daniela 🙂