Pensieri Suicidi:
Come superarli senza sentirsi soli
Allora questo articolo è per te.
Sarai d’accordo con me:
Avere pensieri suicidari può essere letteralmente spaventoso: può essere molto difficile sapere cosa fare e come affrontarli.
Potresti sentirti molto depresso o ansioso oppure sentirti inutile o non voluto da nessuno, senza speranza verso il futuro, come se qualsiasi cosa tu possa fare o dire non cambierebbe le cose.
Ecco perché oggi voglio parlarti di cosa sono, quali sono i miti più comuni, i segnali di pericolo a cui fare attenzione e le cause che li determinano.
Infine ti lascerò al solito delle strategie pratiche per poterli affrontare e superare.
Come ripeto sempre è fondamentale NON fare autodiagnosi e rivolgersi sempre ad un professionista della salute mentale
Ma prima di passare all’articolo voglio sottolineare una cosa importante:
Qualunque sia la situazione che stai vivendo in questo momento è unica per te, ma pensare al suicidio non lo è. Non sei solo, molte persone hanno avuto questi pensieri ma hanno trovato una via d’uscita.
Sentirti così non è un difetto caratteriale e non vuol dire che stai impazzendo, che sei troppo debole o qualcosa non va in te. Significa solo che hai più dolore di quello che sei in grado di affrontare e che in questo momento ti sembra schiacciante e permanente.
So che al momento ti sembra che non ci sia nessun modo per risolvere i tuoi problemi e che il suicidio sia l’unica strada per cessare il dolore, ma non è così.
Sei pronto?
Cominciamo…
Se conosci qualcuno che sperimenta questi pensieri condividi con lui questo articolo. Gli darai la possibilità di riconoscere i più importanti segnali di pericolo e come raggiungere un aiuto immediato e professionale: potresti salvare una vita. Ti ringrazio!
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Indice dei contenuti
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COSA SONO I PENSIERI SUICIDARI?
I pensieri suicidi (o ideazione suicidaria) fanno riferimento al pensare o pianificare il suicidio. Questi pensieri possono andare da una semplice considerazione momentanea al creare un piano dettagliato.
Non includono l’atto finale del suicidio.
Secondo le statistiche i tentativi di suicidio e i pensieri suicidi stanno sempre più aumentando.
Nel mondo, ogni 40 sec, qualcuno si suicida e circa 800.000 persone mettono fine alla loro vita ogni anno.
I dati, insomma, sono allarmanti.
Figura: Tassi di suicidalità standardizzati (per 100.000 abitanti), uomini e donne. 2016
Fonte: OMS, World Health Statistics 2019: monitoring health for the SDGs, sustainable development goals.
Per quanto riguarda questo tipo di pensieri, il problema è che se ne parla sempre troppo poco.
Spesso questo viene considerato un argomento taboo e questa sorta di stigma può portare a non condividere i propri vissuti e a sentirsi profondamente soli.
Passiamo ora a vedere quelli che sono i miti più comuni.
7 Miti sul suicidio
discutere e parlare del suicidio può incoraggiarlo.
le uniche persone che hanno pensieri suicidari sono quelle con problemi mentali.
i pensieri suicidi non se ne vanno mai.
una persona suicida è determinata a porre fine alla sua vita.
non ci sono segnali che possono prevenire il suicidio.
le persone che parlano del suicidio non lo mettono in atto.
i tentativi di suicidio sono solamente un modo di attirare l’attenzione.
I PIU’ COMUNI SINTOMI E SEGNALI DI PERICOLO
Molti individui mostrano segnali o comportamenti tipici prima di un tentativo di suicidio.
Anche se non esiste un comportamento specifico, è importante fare attenzione a quelli che possono essere alcuni indicatori. Vediamoli.
- ritirarsi dai contatti sociali e voler rimanere soli.
- aumento nell’uso di droghe o alcol.
- aumento di frasi che indicano il farsi del male o uccidersi.
- parlare o scrivere della morte o del suicidio.
- avere frequenti cambiamenti di umore.
- tentativi di accedere ad armi da fuoco, pillole o altri mezzi simili.
- dichiarazioni di mancanza di speranza e profonda tristezza.
- cambiamenti nelle routine quotidiane (es. abitudini alimentari).
- aumento della rabbia o minacce di vendetta.
- aumento di comportamenti rischiosi o sconsiderati.
- prendere accordi per lasciare oggetti personali o prendere in cura animali domestici.
- dopo un lungo periodo di depressione e mancanza di energia, sembrare molto più solari ed energici.
Ovviamente questi sono solo alcuni dei segnali che possono indicare la presenza di una ideazione suicidaria e non vanno affatto sottovalutati.
Se ti accorgi che qualcuno vicino a te li mostra e non sai cosa fare allora chiedi aiuto.
Può fare tutta la differenza.
Passiamo ora a trattare a fondo quelle che sono le cause più comuni di questi pensieri.
QUALI SONO LE CAUSE DEI PENSIERI SUICIDI?
Questa domanda è molto complessa: le migliori informazioni derivano da chi è sopravvissuto a tentativi di suicidio oppure dalla comprensione dei punti in comune di chi lo ha commesso.
In altri casi, alcune persone lasciano degli scritti che possono dare un’idea del loro stato d’animo.
Alcuni fattori demografici sono strettamente associati ed includono: genere maschile, età sotto i 25 e sopra i 65 anni, stato relazionale divorziato, single o vedovo.
Anche alcune professioni, come ad es. quelle sanitarie, sono a maggior rischio di suicidio.
Non poteva che essere così:
Dai dati emerge come molti individui non vogliano realmente morire ma trovare un modo di far cessare il dolore, emotivo o fisico.
Parlando di cause specifiche troviamo:
- storia familiare di disturbi mentali
- storia familiare di abuso di sostanze
- storia familiare di suicidi o violenza fisica e/o psicologica
- lutti o separazioni dolorose
- perdita del lavoro o instabilità lavorativa
- Vergogna o Perfezionismo tossici
- limitato supporto sociale e isolamento
- traumi, abusi
- Bullismo
- disturbi mentali quali depressione, ansia, schizofrenia, dipendenza da droghe o alcool.
- disturbi di personalità come disturbo antisociale, borderline o narcisistico.
- condizioni mediche (specialmente legate a dolore cronico o malattie terminali)
Vediamo ora quelli che possono essere i fattori protettivi.
Fattori che possono proteggere dal rischio di suicidio
Nonostante, come abbiamo visto, ci sia un ampio raggio di fattori di rischio e possibili cause esistono anche fattori protettivi.
Individui che hanno un buon supporto sociale (es. famiglia, amici) hanno un minor rischio di sperimentare l’ideazione suicidaria o mettere in atto tentativi.
Per gli uomini e le donne, avere bambini o essere in procinto di averne è risultato essere un fattore protettivo.
Al di là di ciò, è sempre importante sottolineare che se stai sperimentando questo tipo di pensieri il fattore più protettivo è senz’altro la possibilità di chiedere aiuto e aprirti rispetto a ciò che stai provando.
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COME IMPARARE A GESTIRE I PENSIERI SUICIDI
E COME AFFRONTARLI
Arrivato questo punto potresti chiederti:
“Se ho pensieri suicidari, cosa posso fare?“
“Come posso smettere di pensare al suicidio?“
Cerchiamo di rispondere a queste domande.
Innanzitutto, come ho sottolineato in precedenza, devi ricordarti sempre di una cosa:
Non importa quanto dolore provi in questo momento, ricordati sempre che non sei solo.
Alcune delle persone più famose e ammirate sono state dove sei tu in questo momento.
Ricordati che, a prescindere dalla tua situazione, ci sono persone che hanno bisogno di te, luoghi in cui puoi fare la differenza ed esperienze che ti ricordano che la vita merita di essere vissuta.
Anche se in questo momento non ci credi.
Ricorda:
I problemi sono temporanei, ma il suicidio è permanente.
Perdere la vita non è mai la soluzione giusta a prescindere dalla sfida che stai affrontando. E anche se non trovi un senso a tutto questo.
Se senti di essere senza speranza ti verrà automatico pensare che le cose non potranno mai cambiare, ma non è così.
Solo perché tu non riesci a vedere una luce in fondo al tunnel, ciò non significa che non ci sia.
Molte persone hanno sperimentato i pensieri suicidi e sono sopravvissute, per esserne molto grate subito dopo. Prova a darti del tempo affinché le circostanze possano cambiare e il dolore diminuire.
Vediamo alcuni passi importanti che puoi seguire in questo momento:
1) Identifica i fattori scatenanti o le situazioni che portano a sentimenti di disperazione e pensieri suicidi
Alcuni fattori potrebbero essere: l’anniversario di una perdita importante, relazioni tossiche e logoranti, persone che ti denigrano ecc. Cerca di evitare, per quanto possibile, tutto ciò che scatena i tuoi pensieri ripetitivi.
2) Elimina l’accesso a metodi per toglierti la vita
Sbarazzati di qualsiasi tipo di oggetto che possa essere pericoloso (es. coltelli o medicinali) o impedisci l’accesso a luoghi pericolosi per te.
3) Se stai seguendo una cura farmacologica, osservala scrupolosamente
Non dovresti mai smettere di prendere i medicinali o cambiare il dosaggio finché il tuo medico o psichiatra non te lo dice. Le tue sensazioni possono peggiorare se decidi di interrompere bruscamente i medicinali.
4) Evita alcol, droghe o altri tipi di sostanze
Può sembrare una forte tentazione quella di rivolgersi a droghe o utilizzare l’alcol durante momenti di difficoltà, ma ciò non farà che rafforzare i tuoi pensieri suicidi. È fondamentale evitare queste sostanze quando ti senti senza speranza o pensi al suicidio.
5) Ricorda che le tue emozioni e i tuoi pensieri non sono fissi
Al contrario, cambiano continuamente. Anche se oggi ti senti totalmente a terra e pensi di farla finita, domani potresti provare tutt’altro. Anche se pensi che questi pensieri non svaniranno mai non è così: se hai la forza di intraprendere un trattamento o chiedere aiuto potrai riacquisire nuove prospettive. Fai un passo alla volta e non agire impulsivamente.
6) Cerca di aprirti e di parlare con qualcuno, chiedi aiuto
Non dovresti mai cercare di gestire i tuoi pensieri suicidi e le sensazioni che ne derivano da solo. Chiedi ai tuoi amici o ai tuoi cari di passare del tempo con te. Un aiuto professionale o il supporto di chi ti vuole bene può alleggerire di molto il carico che ti stai portando.
Se non senti di poterti aprire con i tuoi cari, cerca aiuto a questi link:
Prevenire il Suicidio
Telefono Azzurro (se hai meno di 18 anni)
Telefono Amico (se sei maggiorenne).
Come aiutare chi soffre di pensieri suicidari?
Tutti i passi di cui sopra valgono anche quando vogliamo cercare di aiutare chi soffre.
Ma vorrei sottolineare un punto importante:
Chi fa questi pensieri ha bisogno di qualcuno con cui poterli condividere senza essere giudicato, di qualcuno che possa comprendere e vivere con lui tutto quel dolore.
Ma spesso sentire e vivere tutto ciò ci spaventa: cerchiamo di convincere qualcuno a non pensare ciò che pensa o a non sentire ciò che prova. E tendiamo a ripetergli che potrebbe far soffrire chi gli è accanto facendo un gesto così estremo.
Ma la realtà è che la persona prova queste emozioni e il nostro compito è accettarlo.
A volte abbiamo bisogno di accettare ciò che è per permettere anche all’altro di accettare se stesso.
Alla fine ciò che l’altro sta chiedendo è:
“comprendimi così non mi sentirò più così solo“.
Nella maggior parte dei casi non vuole interrompere la sua vita, ma trovare un modo per non sentire più tutto quel dolore. Sente che è l’ultima forma di controllo che gli è rimasta.
Alcuni dolori sono troppo grandi per essere affrontati da soli.
CONCLUSIONE
Siamo arrivati alla conclusione di questo articolo!
Ma prima di lasciarti, vorrei dirti questo:
Pensare al suicidio non significa metterlo in pratica. Se hai questo tipo di pensieri, è importante prima promettere a te stesso che non metterai in atto nulla prima di chiedere aiuto.
Te lo devi.
Perché sei importante.
Non ti sto dicendo che ciò che provi o pensi sia sbagliato, ma che non devi necessariamente metterlo in pratica.
Ricordati che molte persone hanno vissuto ciò che tu stai vivendo e sono sopravvissute.
Non sei solo.
Ti rinnovo la possibilità di contattare:
Prevenire il Suicidio
Telefono Azzurro (se hai meno di 18 anni)
Telefono Amico (se sei maggiorenne).
Un saluto!
ALCUNI RIFERIMENTI
– https://www.istat.it/it/archivio/suicidi
– https://www.epicentro.iss.it/mentale/giornata-suicidi-2020-fenomeno-suicidario-italia
– Berman, A., L., Jobes, D., A. (1999). Il suicidio nell’adolescenza, Edizioni Scientifiche Ma.Gi., Roma.
– Brent, D., A., Perper, J., Goldstein, C. (2002). Risk factor for adolescent suicide. A comparison of adolescent suicide victims with suicidal inpatients, Archives of General Psychiatry, 45.
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Io non sono mai, e ripeto mai, rimasto colpito da questi documentari che parlano di ciò nonostante io ne abbia sofferto anche io, tranne per questo sito dove viene scritto, documentato ed elaborato tutto con delle belle frasi, motti, proverbi e tanto altro per far stimolare il cervello a credere che tutto a un senso, altrimenti che cosa siamo qua in questo mondo a fare? Il punto è che io ne ho sofferto parecchio, e ancora tutto adesso, però il problema non è solo cercarne di uscire o diciamo di “alleviare” il dolore perché tanto prima o poi ne usciamo tutti, ma capire il dopo o se si può ritornare in questo “inferno”, perché da lì non dipende da quello che sei tu o da quello che fai tu perché lo hai già fatto prima, ma per quello che è o per quello che fa il mondo esterno.
Mi sto esprimendo molto veloce e in modo forse scortese e brusco perché sto buttando giù quello che penso adesso. Io per provarne ad uscire mi dico sempre “Non è tanto chi sei o da dove vieni, quanto quello che fai che ti qualifica!” e provo OGNI giorno a cambiare, a provare qualcosa di nuovo perché io possa sentirmi “bene” ma lo faccio solo perché provo a non sentire più dolore non perché lo mi senta quello che sono veramente.
Volevo solo esprimere un mio piccolo dolore e spero che venga compreso. Non volevo distruggere questo bel sito o soprattutto le speranze di qualcun’altra che forse è messo peggio di me, però noi dobbiamo cambiare prima noi e poi al massino quello che ci sta attorno. Grazie mille a tutti per la lettura e comprensione.
“Non si combatte perché si è forti, ma si è forti perché si combatte”
“Niente è impossibile se ci credi fino in fondo”
“Le sfide sono ciò che rendono la vita interessante. Superarle è ciò che le dà significato e le rende la vita unica”
La ringrazio per il suo commento.
L’ultimo strumento per avere controllo… interessante, ci rifletto
La ringrazio per il commento Francesca
È così difficile vedere il bello della vita quando sembra non sia rimasto più nulla per cui combattere. Eppure c’è sempre quel qualcosa che ci rende degni di avere un nostro angolo in questo mondo. I sogni non saranno mai dei perdenti e nemmeno la diversità. Ogni dettaglio fa la differenza, ogni goccia, lacrima, crea il mare, persino il nostro respiro aiuta le piante a crescere.
Grazie tante per questo commento Anna
Grazie per questo articolo, è molto importante per tutte le persone che soffrono e non trovano il modo di andare avanti, ed è giusto continuare a lottare per ciò in cui si crede e ringraziare per questa vita anche con tutte le sfide che porta con sé🙏
La ringrazio molto Emanuela!
È’ bellissima la frase….il dolore è’ troppo grande da affrontare….è’ più grande di me…non voglio concludere la mia vita, vorrei soltanto che questo dolore diminuisse o sparisse del tutto…grazie mille per questo articolo.
Grazie a lei per questo commento!