Fobia Sociale o Disturbo d’Ansia Sociale:
come superarla in 5 passi pratici
Allora non puoi perderti questo articolo.
Oggi infatti ti parlerò di Fobia Sociale, detta anche Disturbo d’Ansia Sociale.
Sarai sicuramente d’accordo con me:
Esistono moltissime possibili cause dell’Ansia Sociale.
Al giorno d’oggi, infatti, la società ci mette sempre più pressione e ci porta ad avere rapporti sempre più competitivi. Questo non fa che aumentare la tendenza a sviluppare disturbi ansiosi e a temere le reazioni degli altri.
C’è sicuramente un modo migliore per affrontare tutto ciò anche quando i sintomi diventano così intensi come nella Fobia Sociale.
Ecco perché ho deciso di parlartene in questo post.
Sei pronto?
Cominciamo
Ti chiedo come sempre di condividere questo articolo con chi sai potrà beneficiarne. Da solo non riuscirà mai a raggiungere un pubblico vasto e molte persone potrebbero star meglio grazie a questa lettura, ecco perché anche il tuo contributo è importante. Ti ringrazio!
CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO:
Indice dei contenuti
Preferisci i miei contenuti in formato video?
FOBIA SOCIALE: DI COSA PARLIAMO?
Il disturbo d’ansia sociale, precedentemente indicato come fobia sociale, è un disturbo caratterizzato da ansia ed auto-consapevolezza eccessive nelle situazioni sociali di tutti i giorni. Le persone con ansia sociale hanno una paura persistente, intensa e cronica di essere guardate e giudicate dagli altri e di essere imbarazzate o umiliate dalle loro stesse azioni.
Questa paura può essere così severa da interferire con il lavoro, la scuola o altre attività. Sebbene molte persone che soffrono di fobia sociale riconoscano che la loro paura possa essere eccessiva o irragionevole, non riescono a superarla.
Spesso si preoccupano per giorni o settimane prima di una situazione temuta. Inoltre, spesso sperimentano una bassa autostima e depressione cronica.
Il disturbo d’ansia sociale può essere limitato a un solo tipo di situazione (es. paura di parlare in pubblico o essere al centro dell’attenzione) oppure riguardare qualsiasi situazione sociale.
Da sottolineare:
Se non trattata, la fobia sociale può avere gravi conseguenze. Ad esempio, potrebbe impedire alle persone di andare al lavoro, a scuola o a svolgere la maggior parte delle attività.
Molte persone con questo disturbo hanno paura a stare con persone diverse dai membri della famiglia: di conseguenza possono inoltre avere grosse difficoltà a creare e mantenere amicizie.
Ansia sociale generalizzata e specifica
Una forma di ansia sociale specifica potrebbe essere la paura di parlare solo in gruppo, mentre le persone con ansia sociale generalizzata sono ansiose, nervose e a disagio in quasi tutte le situazioni sociali.
È molto più comune la forma generalizzata: questa si manifesta con ansia anticipatoria, preoccupazione, indecisione, imbarazzo, vergogna, sentimenti di inferiorità e di colpa in praticamente tutte le situazioni sociali.
DIAGNOSI E SINTOMI DELLA FOBIA SOCIALE
Diagnosi
La diagnosi di fobia sociale può essere fatta solo se tutti i sintomi di evitamento, paura o ansia anticipatoria nelle situazioni sociali interferiscono con la vita di tutti i giorni, il lavoro e la vita sociale e relazionale della persona.
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM 5) utilizza una serie di criteri quali:
- L’individuo teme una o più situazioni sociali nelle quali è esposto alla possibile valutazione da parte degli altri (es. conoscere persone estranee, essere osservati mangiare o bere, parlare in pubblico o altri tipi di performance).
- L’individuo ha paura di comportarsi in modo tale da causare imbarazzo o di essere valutato negativamente in qualche modo.
- L’esposizione a situazioni sociali scatena quasi sempre un’intensa ansia.
- La situazione temuta viene evitata o sopportata con ansia e angoscia.
- La paura o l’ansia è sproporzionata rispetto alla reale minaccia posta dalla situazione sociale.
- I sintomi sono persistenti e di solito durano per 6 mesi o più.
- L’evitamento, l’ansia anticipatoria ed in generale tutti i sintomi interferiscono significativamente con la vita della persona.
Sintomi e segni comuni
I sintomi del disturbo d’ansia sociale fanno tipicamente riferimento a 3 diverse aree:
- Sintomi Fisici: cosa senti
- Sintomi Cognitivi: cosa pensi
- Sintomi Comportamentali: cosa fai
Vediamoli meglio tutti e 3
Sintomi fisici dell’Ansia Sociale
Questi sintomi possono essere molto pesanti e compromettere il funzionamento dell’individuo in varie aree.
Poiché questi intensificano la paura della disapprovazione, essi stessi possono diventare un ulteriore punto focale della paura, creando un circolo vizioso: poiché le persone con disturbo d’ansia sociale si preoccupano di provare questi sintomi aumentano le possibilità di svilupparli.
Ecco i più comuni:
- Arrossire
- Sudorazione eccessiva
- Tremolii
- Brividi
- Senso di oppressione al petto
- Dolore al petto
- Voce tremolante
- Respiro affannoso
- Sensazione di nodo in gola
- Sensazione di svenimento
- Mal di testa
- Bocca asciutta
- Vertigini
- Nausea
- Diarrea
- Parestesie (formicolio)
- Tachicardia
- Batticuore (palpitazioni)
- Disorientamento (depersonalizzazione e/o derealizzazione)
Per alcune persone, questi sintomi fisici possono diventare così gravi da degenerare in un vero e proprio attacco di panico. Tuttavia, a differenza di quelli con disturbo di panico, le persone con Ansia Sociale sanno che il panico è provocato da paure di situazioni sociali e legate a prestazioni piuttosto che a qualche problema medico di base.
Passiamo ora ai sintomi cognitivi.
Sintomi cognitivi dell’Ansia Sociale
Questo disturbo comporta anche sintomi che appartengono alla sfera cognitiva, cioè del pensiero. Tra i più comuni ci sono pensieri negativi e insicurezze legate a situazioni sociali e a prestazioni.
Se non si lavora anche su questi schemi di pensiero, col tempo questi possono influire pesantemente sull’autostima.
Ma quali sono in pratica?
Le più comuni credenze in chi soffre di questo disturbo sono legate a valutazioni negative su se stessi. L’individuo tende sempre a valutare se stesso negativamente in tutte le situazioni sociali. Alcuni pensieri comuni sono:
- “tutti gli altri sembrano molto più rilassati“
- “cosa succede se dico qualcosa di stupido?“
- “adesso tutti noteranno la mia voce tremolante“
- “adesso tocca a me! Cosa dico? e se poi sbaglio?“
I pensieri corrono così rapidamente e diventano fuori controllo così da impedire anche di ascoltare cosa gli altri stanno dicendo. Ciò causa una spirale di ansia che rafforza i sintomi fisici e la sensazione di inadeguatezza.
È un circolo vizioso che si rafforza.
Sintomi comportamentali dell’Ansia Sociale
Oltre ai sintomi fisici e cognitivi, le persone con questo disturbo agiscono in modi specifici.
Come abbiamo già visto, tendono a fare scelte basate sulla loro paura e sull’evitamento delle situazioni. Ciò li espone ad un alto rischio di avere una qualità di vita povera.
Hanno in genere pochi amici, nessuna relazione intima, hanno lasciato il lavoro o la scuola.
Quali sono le situazioni temute?
Le persone con fobia sociale cercano di evitare le situazioni che percepiscono come imbarazzanti o umilianti. Se la situazione è inevitabile, la sopportano ma possono diventare estremamente ansiosi cercando di abbandonarla prima possibile.
L’ansia sociale generalizzata può portare a un vero e proprio isolamento sociale completo. I sintomi che abbiamo visto poco fa possono essere particolarmente imbarazzanti e proprio per questo rinforzano l’evitamento.
Tra le situazioni che innescano maggiormente l’ansia sociale abbiamo:
- Parlare in pubblico
- Mangiare di fronte ad altre persone
- Situazioni in cui è necessario parlare
- Essere guardati mentre si fa qualcosa
- Essere al centro dell’attenzione
- Parlare con sconosciuti
- Parlare con figure percepite come importanti
- Recarsi ad appuntamenti
- Incontrare nuove persone
- Colloqui di lavoro
- Guardare le persone negli occhi
- Utilizzare i bagni pubblici
- Feste
Bene se mi hai seguito fin qui adesso conosci a fondo di cosa parliamo quando ci riferiamo ad una persona che soffre di Fobia Sociale.
Continua a seguirmi perché a breve ti parlerò dei modi migliori per affrontare questi sintomi o aiutare chi ne soffre.
Alcune domande da farsi
Dopo aver visto a fondo cosa intendiamo quando parliamo di Ansia Sociale, vorrei ora proporti alcune domande per permetterti di comprenderti più a fondo. Vediamole:
- La paura dell’imbarazzo ti porta ad evitare certe attività o a parlare con le persone?
- Trovi difficile partecipare ad eventi a causa della tua timidezza?
- Eviti attività nelle quali sei il centro dell’attenzione?
- Hai paura di non avere niente di interessante da dire?
- Sei preoccupato del fatto che le persone possano pensar male di te?
- Diresti che essere in imbarazzo o apparire stupido sono 2 delle tue peggiori paure?
- Quando hai notato per la prima volta questi sintomi?
- Questi sintomi stanno peggiorando la qualità della tua vita, incluso il lavoro e le relazioni personali?
Se hai risposto sì a molte di queste domande, potresti sperimentare i sintomi dell’ansia sociale.
Al solito, ciò non significa che ci sia qualcosa di sbagliato in te ma al contrario che c’è del lavoro da fare per comprenderne le cause più profonde.
Al solito sottolineo che queste domande sono solo un’indicazione di base e non è mai consigliato fare autodiagnosi!
ANSIA SOCIALE: CAUSE E FATTORI IMPLICATI
Mentre sono in corso ricerche per comprendere meglio le cause dell’ansia sociale, alcune indagini hanno mostrato come nei sintomi sia implicata una piccola struttura nel cervello chiamata amigdala.
Si ritiene che l’amigdala sia un sito centrale nel cervello che controlla la risposta alla paura.
Devi saperlo:
l’esatta causa del disturbo d’ansia sociale è sconosciuta.
Nonostante ciò varie ricerche suggeriscono che può essere causato da una combinazione di fattori ambientali e genetici.
Gli individui inclini all’inibizione comportamentale (la tendenza a provare angoscia e ritirarsi da situazioni, persone o ambienti non familiari) e alla paura del giudizio sono anche predisposti al disturbo d’ansia sociale. Anche la genetica può avere un ruolo, poiché questi tratti comportamentali sono fortemente influenzati geneticamente.
Vediamo più in dettaglio quali sono i fattori più comuni:
1) Stili di pensiero: alcune persone hanno stili di pensiero che li portano a sviluppare l’ansia sociale (es. tendono a pensare che tutti prestano loro attenzione e mettono sotto osservazione tutto ciò che dicono e fanno). Inoltre, tendono ad avere credenze negative riguardo le loro abilità nelle situazioni sociali (es. pensano di essere noiose o di non avere niente di interessante da dire).
2) Ragioni evolutive: la teoria evolutiva spiega lo sviluppo dell’ansia sociale considerando gli esseri umani una specie sociale. Proprio per questo ha un senso evolutivo evitare di essere rifiutati dagli altri: le persone con questo disturbo sono molto più sensibili alle valutazioni negative e agli svantaggi che comportano.
3) Ragioni biologiche: se qualcuno nella nostra famiglia mostra i sintomi dell’ansia sociale, c’è una maggiore probabilità che anche noi li svilupperemo.
4) Storia familiare e fattori ambientali: uno dei fattori più importanti è come sempre legato alla storia familiare e all’ambiente nel quale l’individuo è cresciuto. Storie di maltrattamenti, abusi, traumi, violenze fisiche e psicologiche sia in famiglia che nell’ambiente scolastico sono spesso alla base di questo disturbo.
E’ stato ipotizzato che la modalità individuale di risposta alla paura e alla regolazione dello stress si sviluppi nell’ambito delle prime esperienze di accudimento. Questi stili permarrebbero nell’arco di tutta la vita e ciò permette di legare le prime esperienze di attaccamento ai disturbi di ansia che si sviluppano in età adulta.
Ok mi congratulo con te se mi stai ancora seguendo.
Infatti ora, prima di passare alle strategie pratiche ti parlerò di quelli che sono i migliori trattamenti disponibili per affrontare questo disturbo e accennerò anche ai farmaci maggiormente utilizzati.
Andiamo avanti
Entra a far parte della mia community ufficiale su Facebook.
All’interno potrai condividere la tua storia, farmi domande o confrontarti sui temi psicologici che ti stanno a cuore.
Col tempo è diventato un vero e proprio spazio di ascolto, comprensione e supporto. Unisciti ai 6000+ membri.
FOBIA SOCIALE: GUARIRE È POSSIBILE?
I MIGLIORI TRATTAMENTI AD OGGI
Tra i vari rimedi validi per il trattamento della fobia sociale, oggi ti parlerò di quelli che secondo me hanno dimostrato la maggiore efficacia e validità anche a lungo termine.
La terapia Cognitivo-Comportamentale
Questa terapia si focalizza sul cambiamento del proprio modo di pensare, sentire e comportarsi nelle situazioni sociali. Include:
1) una valutazione del livello di ansia della persona.
2) l’educazione dell’individuo riguardo l’ansia, in riferimento ai suoi bisogni specifici.
3) l’utilizzo di strategie, come la mindfulness, per gestire i sintomi ansiosi.
4) Interventi comportamentali quali: l’esposizione graduale alle situazioni temute (utilizzando anche amici o parenti) fino a ciò che spaventa di più e l’identificazione e cambiamento dei comportamenti di evitamento.
5) Interventi cognitivi: identificare e sfidare le proprie paure, lavorando sulle distorsioni del pensiero.
6) Spostamento dell’attenzione: focalizzandosi sul presente e pensando realisticamente alla situazione piuttosto che preoccupandosi per il futuro (anche qui molto utile la Mindfulness).
La Psicoterapia Psicodinamica
Come abbiamo già visto nell’articolo sull’Ansia Anticipatoria, la psicoterapia psicodinamica considera l’ansia come la “punta dell’iceberg” di vissuti molto più profondi.
Si esamina perciò il disturbo tenendo conto di tutto il contesto, le esperienze e la storia dell’individuo.
Da questa prospettiva, il disturbo d’ansia sociale diventa una parte di un problema più grande che si sviluppa durante l’infanzia: esperienze e stili di attaccamento di chi si è preso cura del bambino giocano un ruolo fondamentale.
In accordo con la teoria psicodinamica, la tua ansia sociale può essere il risultato di:
- un’aspettativa di vergogna e umiliazione suscitata da genitori rigidi e critici.
- un conflitto tra il tuo bisogno di raggiungere il successo e la tua paura dello stesso.
- un conflitto tra il tuo bisogno di indipendenza e la paura del rifiuto o abbandono da parte dei tuoi genitori.
- la tua paura narcisistica di non essere in grado di dare un’impressione perfetta.
Alcuni studi hanno mostrato quanto sia la psicoterapia psicodinamica che quella cognitivo-comportamentale siano altamente e allo stesso modo efficaci nel trattamento della fobia sociale.
I farmaci utilizzati nella cura della Fobia Sociale
La ricerca ha mostrato che i trattamenti psicoterapeutici sono i più efficaci per questo tipo di disturbi. Nonostante ciò, se i sintomi sono severi, alcuni farmaci possono essere utili.
Ovviamente la decisione di iniziare a prendere farmaci deve avvenire previa consultazione di uno psichiatra.
Vediamo quali sono i farmaci più utilizzati:
1) Antidepressivi: l’ansia e la depressione spesso compaiono insieme e proprio per questo alcuni antidepressivi possono aiutare a contrastare i sintomi ansiosi.
2) Benzodiazepine: al contrario degli antidepressivi, le benzodiazepine devono essere utilizzate per un periodo di tempo breve (2-3 settimane) come parte di un piano di trattamento. Questi farmaci possono aiutare a ridurre la tensione e non sono raccomandati per un uso a lungo termine perché possono provocare dipendenza.
Siamo finalmente arrivati alla parte pratica!
Andiamo perciò a vedere quelle che sono le migliori strategie per affrontare l’ansia sociale.
FOBIA SOCIALE: COME USCIRNE
IN 5 PASSI PRATICI
In questa parte dell’articolo voglio sottolineare quelli che sono i più importanti elementi per superare questo disturbo o quantomeno riuscire a gestirne i sintomi.
Per andare più in profondità occorre al solito lavorare sulle cause e questo può essere fatto in psicoterapia.
1) Lavora sulla tue Convinzioni Irrazionali
Una delle cose che potresti fare con un terapeuta e puoi provare da solo è sfidare i processi mentali.
Come abbiamo visto, coloro che soffrono di ansia sociale hanno pensieri negativi e convinzioni che contribuiscono al mantenimento del disturbo. Puoi seguire 3 step:
- identifica i pensieri negativi automatici.
- analizza e metti alla prova questi pensieri (es. “è sempre così?”; “lo so di sicuro?”)
- prova a identificare modi di pensare più realistici
Quando ti ritrovi ad avere un pensiero ansioso, chiediti perché lo pensi, quali sono le altre alternative, quanto è importante un determinato risultato per te.
Valutando i tuoi pensieri negativi, potresti realizzare che alcune delle cose di cui hai paura non hanno molta probabilità di accadere, oppure non sono così disastrose.
Inoltre, fare errori o non piacere a qualcuno è perfettamente normale.
Va bene essere imperfetti.
Piuttosto che combattere con questi pensieri, prova a lavorare sull’accettarli.
Alcuni schemi di pensiero disfunzionali sono:
- supporre che tu sappia cosa pensino gli altri, e che loro pensino nel tuo stesso modo negativo.
- predire il futuro, assumendo che accadrà sempre il peggio.
- la tendenza a catastrofizzare ogni evento.
- supporre che le persone si concentrino su di te in modo negativo o che ciò che fanno abbia sempre a che fare con te.
2) Lavora sulla Consapevolezza Emotiva
Uno degli elementi fondamentali per affrontare un disturbo come la Fobia Sociale è quello di acquisire maggiore consapevolezza emotiva.
Per fare ciò è necessario utilizzare una parte del cervello specifica: la corteccia prefrontale.
Questa parte della corteccia è proprio quella che ci permette di sviluppare la consapevolezza. In questo paragrafo ti spiegherò 3 tecniche specifiche per entrare in contatto con le emozioni utilizzando propria questa parte del cervello:
1) Nota/Etichetta: dai un nome a ciò che provi. Può sembrare banale, ma riconoscere consapevolmente le emozioni ne riduce il loro impatto (ad es. potresti passare dal dire “sono ansioso” a “c’è ansia“). La Mindfulness in questo senso può aiutare molto ad entrare in contatto con queste emozioni.
2) Osserva la tua paura: presta completa attenzione alla tua paura e immagina il peggio che potrebbe accadere. Ciò ti permetterà di comprendere quanto non sei in realtà spaventato da ciò che gli altri faranno, ma dalle emozioni che causeranno in te: imbarazzo, vergogna, sensi di colpa. Questa è una buona notizia, perché ciò che ti fa soffrire è proprio nella tua mente.
3) Rivaluta: molte persone pensano che le loro emozioni siano la realtà proprio perché sono così viscerali. Ma ciò che provi non è necessariamente reale: proviene dalle tue convinzioni, esperienze e dai tuoi primi schemi relazionali. E tutto ciò ti controlla finché non riesci a comprenderlo lavorando a fondo su te stesso.
3) Prova a focalizzarti sugli altri, non su te stesso
Quando siamo in una situazione sociale che ci rende nervosi, tendiamo a rimanere intrappolati nei nostri pensieri e nelle nostre emozioni.
Puoi persino convincerti che tutti stanno guardando verso di te e ti stanno giudicando. La tua attenzione può andare alle tue sensazioni corporee, sperando che focalizzandoti così tanto alla fine potrai controllarle.
Questo eccessivo focus su te stesso non fa che peggiorare i sintomi, causando maggiore ansia. Ciò ti impedisce inoltre di prestare attenzione alla conversazione e alla persona che hai di fronte.
Spostarti da un focus interno ad uno esterno può aiutarti a ridurre l’ansia sociale.
Chiaramente non è semplice, ma più riuscirai a concentrarti su ciò che accade intorno a te meno sintomi sperimenterai. Alcuni spunti potranno aiutarti:
- focalizza la tua attenzione sulle altre persone, ma non su ciò che pensano di te!
- ricordati che l’ansia non è così visibile come tu pensi: ma anche se qualcuno noterà che sei ansioso ciò non significa che penseranno male di te.
- ascolta attentamente cosa dicono le altre persone.
- Focalizzati sul momento presente.
- Non cercare di essere perfetto, nessuno lo è.
4) Il peggior consiglio possibile: Affronta le tue paure
Decisamente fastidioso e scoraggiante per le persone con ansia sociale è il detto “Affronta le tue paure e sarai libero“. Questo è uno dei peggiori consigli possibili.
Inoltre spesso non fa che causare più ansia e aspettative, le quali finiscono per portare la persona ad una maggiore solitudine interiore e chiusura.
In psicologia si utilizza il termine “Desensibilizzazione Sistematica“: ciò indica che è necessario affrontare le proprie paure in un processo sistematico, passo dopo passo.
Se ci si muove troppo velocemente, la terapia non funziona e può anche peggiorare il disturbo.
È perciò fondamentale che qualsiasi processo di desensibilizzazione sia graduale e sistematico.
5) Affronta la sintomatologia ansiosa con strategie efficaci
Ho già parlato di alcune strategie per gestire l’ansia nel mio articolo sull’Ansia Anticipatoria che ti invito perciò a leggere.
Essenzialmente si tratta di utilizzare il respiro, tecniche di rilassamento ed alcune forme di meditazione, tra le quali ancora una volta la Mindfulness: si tratta di avere consapevolezza di se stessi, diventare consapevoli della propria ansia.
Come abbiamo visto poco fa, si tratta di notare come si manifesta e cosa ti porta a pensare così da poterne acquisire maggiore controllo.
Più riuscirai a riconoscere i sintomi ansiosi quando si manifestano, comprendendo anche che è l’ansia stessa che li causa e non tu, più facile sarà continuare un possibile trattamento.
CONCLUSIONE
Siamo arrivati alla conclusione di questo lungo articolo!
Spero ti sia piaciuto!
Oggi abbiamo imparato a fondo cosa si intende con Fobia Sociale o Disturbo D’Ansia Sociale.
Ricapitolando, oggi abbiamo visto:
- Cos’è il disturbo d’ansia sociale e quali sono i suoi sintomi
- Quali ne sono le principali cause
- Alcune domande per fare una sorta di autovalutazione
- I migliori trattamenti e le migliori strategie per affrontarla.
Ti vorrei lasciare con un pensiero:
Questo disturbo è molto serio e va affrontato per evitare che diventi cronico.
Molte persone aspettano a lungo e tendono ad evitare di affrontarlo fino a quando non diventa troppo tardi. Quindi se ne soffri o conosci qualcuno che ne soffre chiedi aiuto e non aspettare!
Al solito ti lascio con un paio di domande:
- Che cosa ne pensi di questo articolo?
- C’è qualcosa in particolare che avresti voluto approfondire?
Fammelo sapere nei commenti!
Un saluto!
ALCUNI RIFERIMENTI:
La paura del giudizio degli altri: il circolo vizioso dell’ Ansia Sociale
– American Psychiatric Association. (2000). Diagnostic and Statistic Manual of Mental Disorder. Fuorth Edition. Text Revision (DSM – IV – TR). Trad. it. (2004). Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Quarta Edizione. Text Revision. Milano: Masson.
– Gabbard, G. O. (1995). Psichiatria Psicodinamica (2nd ed.). Milano: Raffaello Cortina.
– Stravynski, A., Danielle Amado, S. B. (2004). Cognitive causes of social phobia: A critical appraisal, Clinical Psychology Review, 24, 4, pp. 421-440.
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24577880
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/20141265
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17484670
[yasr_visitor_votes]
Potrebbero interessarti anche:
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!
Sono Philippe e ho 34 anni mi riconosco in molti di questi aspetti la paura di sbagliare o di non saper cosa dire o essere giudicato dagli altri mi blocco e resto impalato a pensare a come comportarmi..e quando decido di dire qualcosa uso un tono di voce basso e insicuro…talvolta è davvero frustrante e sento di non essere presente anche se sono consapevole che le mie paure sono immotivate non riesco ad agire.Da qualche mese ho realizzato che questo disagio va risolto e che non voglio più sentirmi così ma inizio a credere che forse da solo non ce la faccio.
La cosa migliore è iniziare un percorso terapeutico
Ciao, già da qui mi sento un pò così così a scrivere questo commento (per molte cose/problemi elencati sopra) però sento allo stesso tempo che voglio scrivere anch’io come gli altri. Inanzi tutto ho visto e mi è stato anche detto che faccio molta fatica a fare amicizie e parlare/scrivere con nuova gente, che sia internet o fuori internet, sento tipo una specie di rallentamento con persone che non conosco o, molte volte non riesco a dire la mia oppure controbattere, cioe o sto in silenzio e lascio correre o cerco sempre una seconda via , però ci sono alcune volte che mi sforzo ma devo sforzarmi tanto a dire come la penso oppure far valere i miei pensieri , o anche quando si tratta di decisioni di lavoro, ma sento sempre questo sforzo enorme come se fosse un peso. Tra poco riprenderò a lavorare ( lavoro su internet modellazione 3d e mi occupo anche della clientela) solo il pensiero di riprendere e affrontare i nuovi clienti (nel caso che hanno problemi) mi fa sentire male al petto o stomaco o anche quando devo parlare con delle persone che conosco “piu o meno” per una collaborazione di lavoro , mi chiudo a riccio e cerco di rimandare o chiudere al piu presto la conferenza e nemmeno a volte riesco a far valere le mie idee . Io non lo so non mi sembra tanto normale questa cosa proprio sento il peso e la paura, però cambia tutto se queste persone le conosco da anni e anni e dove c’è stato una lavoro lungo sul amicizia e fiducia allora in questo modo riesco ad aprirmi. Se sono in compagnia di persone che conosco da anni allora le mie paure quando sono fuori non esistono. Spero di migliorare questo senso di pesantezza o di paura, grazie per articolo
Queste dinamiche vanno affrontate a fondo in un percorso terapeutico per poter essere comprese a fondo. Difficilmente potrà superarle se non ci lavora sopra.
Le radici possono essere profonde.
La ringrazio per il suo commento
Ho trovato il suo articolo molto interessante e purtroppo sono anni che soffro di fobia sociale e disturbo di evitamento di molte situazioni al punto che non riesco a uscire più di casa e se lo faccio con una paura estrema, nonostante la psicoterapia e la terapia farmacologica non riesco a uscirne restando imprigionato in questo vortice di terrore nel incontrare la gente è paura esagerata del giudizio negativo altrui, provo ad andare a piccoli passi ma proprio quando sembra esserci un accenno di miglioramento, bis daccapo, è un circolo vizioso, ne ho piena consapevolezza ma non riesco proprio a uscirne, sono disperato. Complimenti ancora per il suo articolo
La ringrazio molto Pietro. Ha mai pensato alla possibilità di cambiare approccio psicoterapeutico?
Se le cose non funzionano è necessario parlarne apertamente con il proprio terapeuta e valutare anche un nuovo percorso.
Buonasera, mi chiamo Luigi, ho 53 anni. Grazie dottore dell’articolo che ha scritto, lo trovato molto interessante, anche perchè leggendo ho riscontrato di avere molti sintomi di quelli che ha elencato, quindi posso affermare di avere il disturbo di fobia sociale. In particolare la cosa che più mi mette in ansia e senso di imbarazzo quando mi trovo a parlare davanti ad un pubblico. Desidero tanto eliminare dalla mia vita questo sintomo, quindi provo a seguire i suoi consigli e spero tanto di farcela.
La ringrazio molto per il suo commento Luigi!
È stato chiarissimo ,mi spaventa il fatto che se non si cura può diventare cronico ,comunque se esco di casa ho tutti i sintomi elencati .Mai sofferto di questo disturbo ma è il peggio che poteva capitare ,non ho più un lavoro ,mia figlia ha il rifiuto di me sono disperata ,non ho un lavoro e non mi posso permettere uno psicoterapeuta penso che la soluzione sia solo una ma non la scrivo .Grazie
Buongiorno Anna. Non so a cosa faccia riferimento quando mi dice “la soluzione sia solo una” ma non c’è mai una sola soluzione.
Se non può permettersi uno psicoterapeuta privato può informarsi presso la sua ASL di appartenenza. C’è sempre una soluzione.
No niente ASL però sono stata seguita da una psicologa per un anno e l’unica cosa che mi chiedeva era “come va?e io ripeteva sempre le stesse cose ,lei non mi ha mai detto niente .Ma come è possibile questa cosa?Uscivo dalla seduta esausta perché avevo parlato solo io lei quasi si addormentavano .Un giorno ho detto basta e non ci sono più andata .Vede dottore,se fossi andata a pagamento probabilmente avrei avuto un trattamento diverso .Buona giornata
Ottimo Articolo Francesco!
Grazie Massimo 🙂
Grazie per l’articolo. L’ho condiviso, soprattutto per non perderlo e poterlo ritrovare facilmente. Già quando ero una bimbetta sapevo che quello che stavo vivendo avrebbe condizionato la mia vita: il televisore di casa non faceva che ripeterlo. Ora posso dire che ero solo io ad ascoltarlo. Negli anni ho cercato molte strade per risolvere questi problemi sociali. La soluzione di chi mi stava intorno era la terapia d’urto, da zero a cento in tre secondi, oppure “lascia fare al tempo”. Ovvio che non ha funzionato. Sto lavorando su me stessa da una vita. Le esperienze di maltrattamenti all’asilo (tutt’ora la parola stessa mi evoca l’inferno) e qualche altro carico successivo sono sempre lì, come mostri che non vanno via. Provo ad ignorarli, spesso ci riesco, come il professore di “A beautiful mind”. Sto cercando di ricominciare da zero. Non è facile, specialmente con un enorme pregresso, una memoria che arriva a prima dei 2 anni e un mondo attorno che sembra ignorare alcune informazioni per privilegiare solo certe e poche categorie. Risultati? Lenti, pochi, ma ci sono stati, significativi. Non appariscenti. Ho avuto sempre come uno spazio vuoto attorno, difficile da valicare da entrambe le parti. Troppa paura da parte mia, troppo lavoro che si presentava da fare per chi entrava. Aver a che fare con me presuppone non adagiarsi e grande educazione. Troppo stress, meglio rivolgersi ad altri. – Se solo sento di maestre d’asilo che picchiano i bambini o di genitori che sminuiscono i figli, divento idrofoba.
La ringrazio per il suo commento!
Mi chiamo Susanna ho 53 anni. Ho unica figlia che ha tutti i sintomi della fobia sociale. Quando me ne parla lei descrive esattamente tutto il quadro di tale disturbo che fa il manuale psichiatrico: è impressionante. Non sono ancora riuscita a trovare un terapista capace. Solo adesso ho saputo che anche per i disturbi psichici bisogna rivolgersi a quello specializzato nel particolare problema. Certo mia figlia è da piccina che ne soffre ora ha 17 anni. Quanto da Lei detto è validissimo. Ma non si può fare da soli la terapia. Secondo me ha fatto delle affermazioni un po pesanti tipo il disturbodiventa cronico non passa e simili per cui non posso farglielo leggere a mia figlia.
Articolo veramente interessante. Complimenti!
Io ho sofferto di ansia anticipatoria legata alla fobia sociale. Grazie ho trovato il suo articolo molto utile.
Grazie a lei del commento
Ciao Francesco, articolo illuminante e molto ricco.
Al momento il mio dubbio è: in quale periodo dell’infanzia i comportamenti di chi si cura del bambino posso causare l’ansia sociale? Primo anno di vita oppure più avanti?
La ringrazio del commento Sara. Sicuramente i primi anni di vita (primi 3) sono assolutamente fondamentali anche per lo strutturarsi della personalità Ciò non toglie che anche esperienze o vissuti successivi possano influenzare lo sviluppo del disturbo. Nei primi 3 anni di vita comunque il bambino “assorbe” tutto, senza riuscire ad elaborarlo a livello cosciente. Quindi sente senza riuscire a pensare ciò che sente.