Dipendenza Affettiva: come uscirne?
La Guida Definitiva per liberarsene
In questo post voglio parlarti di Dipendenza Affettiva: cos’è, quali sono le cause più comuni e come uscirne imparando a diventare emotivamente indipendenti.
Sarai d’accordo con me:
Convivere con questa forma di dipendenza non è affatto semplice: ecco perché saperne di più e capire come e perché si manifesta in varie aree della tua vita potrà esserti d’aiuto e ti permetterà di riacquisire un certo grado di controllo.
Al solito ho cercato di condensare il miglior materiale possibile sull’argomento in un unico post
Ti consiglio perciò di leggerlo fino alla fine: all’interno troverai concetti che spesso emergono solo dopo un intenso e profondo lavoro su se stessi.
Sei pronto?
Cominciamo…
Le informazioni contenute in questo articolo hanno richiesto diversi giorni di lavoro proprio per essere il più corrette ed utili possibili. Per me la qualità degli articoli rimane sempre l’obiettivo più importante.
Proprio per questo ti chiedo semplicemente di condividere questo contenuto: per te è semplicemente un click, per me la possibilità di crescere e continuare a fornirti materiale di qualità. Ti ringrazio!
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Indice dei contenuti
- Un caso di Dipendenza Affettiva: la storia di C.
- Cos’è la Dipendenza Affettiva?
- Come si riconosce una persona con Dipendenza Affettiva?
- Perché nasce la Dipendenza Affettiva? Le Cause più comuni
- Come uscire dalla Dipendenza con la Psicoterapia Psicodinamica
- Come liberarsi e Guarire dalle catene della Dipendenza Affettiva e diventare emotivamente indipendenti
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UN CASO DI DIPENDENZA AFFETTIVA:
LA STORIA DI C.
C. è una mia ex paziente che mi aveva contattato perché si ritrovava in una relazione con un uomo che la trattava male, la ignorava e pensava solamente ai suoi bisogni.
Mi raccontò come all’inizio era un uomo affettuoso e premuroso, attento.
Dopo un periodo di circa un anno però si era ritrovata con una persona completamente diversa accanto.
E questo le era capitato anche in altri rapporti, nei quali finiva a ricoprire il ruolo della debole, di colei che deve sempre adeguarsi e che non può affrontare la vita da sola.
Si sentiva sempre di dare molto di più di quanto riceveva, ma al contempo sentiva di non meritare e di non valere nulla.
Aveva una visione di sé molto negativa: bisognosa, debole, incompetente, stupida. E se lo ripeteva spesso.
L’atteggiamento di quest’uomo la portava a soffrire, ma contemporaneamente lei non riusciva a farne a meno, ad avere comportamenti controllanti, gelosia, ansia e rabbia.
Una profonda paura di restare sola.
Solo col tempo siamo riusciti a fare collegamenti tra tutti i suoi rapporti comprendendone i significati più profondi, così come associazioni con i vissuti della sua infanzia: l’eccessivo bisogno di cure e di protezione era associato ad una profonda paura della solitudine, infatti proprio i suoi genitori la avevano lasciata sola per gran parte della sua vita.
Vedremo tra poco come la storia di C. sia molto simile a tante altre storie di Dipendenza Affettiva e non solo.
COS’È LA DIPENDENZA AFFETTIVA?
Per “Dipendenza Affettiva” si fa riferimento ad uno stato della mente nel quale una persona è incapace di prendersi la piena responsabilità delle proprie emozioni, non riesce ad accettarle ed elaborarle ed ha la tendenza ad aver costante bisogno dell’altro per colmare i propri bisogni affettivi ed emotivi, specialmente del partner.
Esser dipendenti dagli altri per alcuni bisogni può essere normale, ma quando tutta la tua felicità dipende dall’altro allora c’è uno sbilanciamento non sano.
Esistono diversi sintomi che la caratterizzano, così come possono essere moltissime le cause che la determinano.
Come abbiamo visto per la storia di C., tra le caratteristiche fondamentali c’è la tendenza a perdere se stessi nella relazione (che può essere intima, amicale, con membri della famiglia). L’altro diventa il centro del nostro mondo interiore e viviamo come se esistesse solo questa persona. Il senso di noi stessi tende a scomparire. La nostra felicità dipende da elementi al di fuori di noi e fuori dal nostro controllo.
Mi segui ancora?
Bene.
Perché ora andrò a parlare di quelle che sono le espressioni tipiche di questa dipendenza, come si presenta nell’ambito delle relazioni, per poi approfondire successivamente il collegamento con ilCOME SI RICONOSCE UNA PERSONA
CON DIPENDENZA AFFETTIVA?
Può aiutare vedere questa dipendenza come uno spettro.
La totale indipendenza ad un estremo: le persone totalmente indipendenti non cercano mai supporto e soddisfano i propri bisogni emotivi da soli o li ignorano completamente.
Quelle dipendenti all’altro estremo: si rivolgono all’altro (spesso il partner) per qualsiasi bisogno emotivo, non essendo in grado di soddisfarli da soli.
Ti sarai chiesto a questo punto come riconoscere e come si comporta una persona che soffre di dipendenza.
Andiamolo a vedere..
I sintomi per riconoscere la Dipendenza Affettiva
- Visione idealizzata del partner e della relazione.
- Sensazione di una vita senza senso se manca l’altro.
- Assumersi responsabilità eccessiva di soddisfare i bisogni del partner.
- Bisogno eccessivo di rassicurazioni ed attenzioni (vedere il partner come un’estensione di se stessi).
- Provare bassa autostima, vergogna così come un profondo bisogno di validazione.
- Avere una profonda paura della solitudine.
- Tendenza a proiettare sull’altro le proprie insicurezze.
- Ansia e sensazione di vuoto quando si è da soli.
- Avere grossa difficoltà a fidarsi degli altri e a credere di essere meritevoli di amore.
- Sentirsi sicuri solamente quando si è in una relazione, ma aver contemporaneamente paura costante che possa interrompersi.
- Tendenza a mettere il partner su un piedistallo, avere pensieri ripetitivi su cosa fa o dov’è.
- Grossa difficoltà a dire di NO o a impostare dei confini ben definiti.
- Provare Gelosia e possessività.
Insomma, il partner dipendente si annulla completamente per l’altro la cui esistenza, presenza e vicinanza diventa sostanziale al proprio benessere, alla percezione di essere vivi e utili.
Anche se molti sono d’accordo sul dover terminare la relazione, alla fine si ritrovano a non poterne fare a meno.
E nel momento in cui l’altro si allontana gli effetti sono devastanti: quando la relazione finisce, infatti, la Dipendenza Affettiva può portare a vivere un profondo senso di vuoto, riaprire vecchie ferite dolorose del passato, ansia, attacchi di panico e vissuti depressivi.
Come distinguere la dipendenza affettiva dall’amore?
Come abbiamo visto, la dipendenza affettiva è caratterizzata dal bisogno di un’altra persona per sopravvivere, essere felice o sentirsi completa.
In una relazione dipendente le persone si sentono “innamorate” quando in realtà sono “bisognose“.
L’amore si focalizza invece sul rendere felice l’altra persona, senza avere per forza qualcosa in cambio. Ci si sente allo stesso livello. Quando si ama non si cerca di manipolare o cambiare l’altro per colmare un vuoto. L’amore è inoltre caratterizzato dalla libertà: ognuno è libero di esprimere se stesso e non ha paura di esporre i propri difetti e le proprie debolezze. Ci si fida l’un l’altro e si cresce insieme.
In questo video approfondisco il legame tra Narcisismo e Dipendenza, andando a spiegare qual è il VERO problema (ti consiglio di ritagliarti un po’ di tempo per vederlo):
PERCHÈ NASCE LA DIPENDENZA AFFETTIVA?
LE CAUSE PIU’ COMUNI
I motivi per i quali una persona può sviluppare la dipendenza affettiva sono moltissimi.
Come sempre è fondamentale esplorare il proprio vissuto personale.
Questa forma di dipendenza ha radici profonde che risalgono alla prima infanzia. Durante quel periodo facciamo affidamento sui nostri genitori per tutti i nostri bisogni emotivi: amore, sicurezza, validazione ecc. ma anche per i bisogni primari.
La dipendenza emotiva nasce e si sviluppa proprio quando un bambino non è amato dalle persone che si dovrebbero prendere cura di lui (genitori, fratelli, persone vicine). Ogni tentativo di affermare se stessi o mostrare la propria individualità viene punito ed il bambino impara ad evitare i conflitti e a sentirsi in colpa per i propri bisogni.
Questa mancanza di amore genera un senso di scarsa autostima, un problema che tende ad aumentare durante l’adolescenza.
Questa mancanza di autostima che deriva dall’infanzia è la causa principale di questo tipo di dipendenza. È il risultato di un ricatto emotivo che insegna al bambino che verrà amato solo se rispetta le aspettative dei genitori o di altre persone significative.
Le 2 Cause di Dipendenza
- I nostri genitori sono stati iperprotettivi e non hanno mai creduto in noi
Hanno pensato a tutti i nostri bisogni senza darci la possibilità di sviluppare una nostra indipendenza e forza emotiva.
Questo ci ha portato a crescere e diventare adulti incapaci di affrontare le difficoltà da soli, ricercando sempre qualcun altro che lo possa fare al posto nostro.
Questo ci ha portato, inoltre, a cercare di soddisfare i nostri bisogni in una relazione, riversandoli sul partner: ma se non siamo emotivamente indipendenti finiamo per essere bisognosi ed essere la stessa causa del suo allontanamento.
- I nostri genitori sono stati assenti o evitanti
Non si sono mai interessati ai nostri bisogni emotivi e ci hanno portato a sentirci incapaci o senza valore. In questo caso il partner può indicare per noi un modo per avere finalmente quell’amore che non abbiamo mai avuto da piccoli.
Quindi perderlo significherebbe avere sensazioni di solitudine, vuoto e profonda disperazione (che possono sfociare nella Depressione Cronica)
Questi traumi che provengono dal passato hanno un profondo impatto anche sulla vita attuale: nel tempo si sono sviluppati dei meccanismi di difesa che hanno portato a strutture rigide nella personalità.
Potresti letteralmente aver imparato a focalizzarti maggiormente sul benessere altrui senza tener conto del tuo, così come a riconoscere il tuo valore in base a ciò che trasmettono gli altri.
Come adulto, potresti ricreare situazioni nelle quali interpreti un ruolo sottomesso, cercando sempre di compiacere gli altri così da mantenere una relazione con loro ed evitare in tutti i modi il rifiuto.
Tutte cose su cui riflettere!
La Dipendenza Affettiva come fallimento nella costruzione dell’Autostima
L’autostima del bambino e la sua capacità di essere solo vengono costruite attraverso il riflesso della fiducia che i suoi genitori ripongono in lui.
Il bambino può avere problemi in questa fase proprio perché i genitori rimandano messaggi conflittuali sulle sue capacità: il piccolo non è infatti in grado di interiorizzare queste qualità e ha bisogno di un adulto per sentirsi sicuro.
Episodi di indifferenza, maltrattamenti, abuso, negligenza o manipolazione sono manifestazioni di modelli psicologici disordinati o addirittura patologici.
Non si può negare:
Come esseri umani, tendiamo a cercare e a riprodurre ciò che ci è familiare, in particolare ciò che abbiamo visto nella nostra prima infanzia. Questi modelli di comportamento appresi durante l’infanzia lasciano un’impronta profonda in ognuno di noi.
Anche se particolarmente evidente nella prima infanzia, il comportamento di attaccamento caratterizza l’essere umano dalla culla alla tomba
J. Bowlby
COME USCIRE DALLA DIPENDENZA
CON LA PSICOTERAPIA PSICODINAMICA
Per superare una dipendenza affettiva, è fondamentale seguire una terapia psicologica che miri a rafforzare la propria autostima, autoefficacia e l’amore per se stessi. Attraverso un percorso ben definito, sarà possibile imparare a gestire le relazioni affettive in modo più equilibrato e sano.
Un tipo di terapia che consiglio e pratico è la psicoterapia psicodinamica, che di solito richiede un impegno a medio-lungo termine, ma è uno degli approcci più efficaci per trattare questa forma di Dipendenza.
Durante il percorso, il terapeuta ti guida nell’esplorazione delle connessioni tra la psiche, la personalità e la cognizione e come queste influenzano i processi mentali, emotivi o comportamentali a livello inconscio.
In parole povere, il terapeuta ti aiuta ad analizzare la radice dei tuoi problemi attuali: questa analisi permette di cominciare a vedere le problematiche di dipendenza così come l’intensa paura dell’abbandono come derivanti dai primi rapporti con figure genitoriali eccessivamente controllanti o evitanti (o persino abusanti).
Tutti i sintomi vengono visti come elementi da comprendere, ascoltare e valorizzare, piuttosto che combattere o giudicare.
L’elemento fondamentale è proprio la relazione che si va a formare tra paziente/cliente e terapeuta.
Ti verrà spontaneo chiederti:
Ma allora si può sviluppare anche una certa dipendenza emotiva verso il terapeuta?
Assolutamente si.
Potresti aver sentito l’opinione cinica espressa da molti riguardo il fatto che gli psicoterapeuti manipolino deliberatamente i propri pazienti/clienti facendoli dipendere emotivamente da loro.
Molte persone infatti temono ciò e credono che la dipendenza emotiva in psicoterapia sia una cosa negativa.
In realtà, affinché la psicoterapia sia efficace un certo grado di dipendenza è auspicabile: pazienti che soffrono molto o sono confusi, che hanno una storia di relazioni instabili e caotiche possono dipendere dal terapeuta anche per periodi di tempo lunghi.
Pensaci:
se la tua vita non va come vorresti, sei cresciuto in un ambiente particolarmente complicato e non hai mai potuto sviluppare una certa capacità emotiva o auto-consapevolezza non puoi evitare di dipendere da qualcuno che ti aiuti ad accrescere queste abilità.
Sicuramente non è semplice affidarsi a qualcuno, soprattutto dopo aver vissuto certe esperienze, ma è necessario se si vuole uscirne e va fatto con i propri tempi.
Ovviamente il terapeuta deve aver lavorato a fondo su se stesso così da non favorire una dipendenza eccessiva che porterebbe il paziente a mantenere il suo problema e a non permettergli di sviluppare una sana autonomia.
Ecco perché ho scritto un’intera guida per aiutarti a scegliere il terapeuta più giusto per te. Puoi trovarla qui.
Ed eccoci arrivati finalmente alla parte pratica!
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All’interno potrai condividere la tua storia, farmi domande o confrontarti sui temi psicologici che ti stanno a cuore.
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COME LIBERARSI E GUARIRE DALLE CATENE DELLA DIPENDENZA
AFFETTIVA E DIVENTARE EMOTIVAMENTE INDIPENDENTI
Partiamo da un punto fondamentale:
Liberarsi dalla Dipendenza Affettiva non è semplice, ma comincia sempre guardandosi dentro.
Per esserne liberi bisogna intraprendere un viaggio di ritorno al nostro Vero Sé.
Capisco che ciò possa creare molte resistenze, ma la ritengo l’unica strada percorribile.
Questo viaggio ha a che fare con la “Realizzazione di Sé” e non con l’utilizzo degli altri per compensare le proprie mancanze affettive.
Molti mi hanno chiesto:
“Dottore, ma è possibile uscire dalla dipendenza affettiva da soli?”
Non sempre e non è certo la strada più veloce o semplice.
Nonostante ciò in questa parte dell’articolo ho raccolto da vari esperti e dalla mia personale esperienza 7 passi indispensabili per diventare emotivamente indipendenti sia nelle relazioni che nella vita.
Sei pronto?
Cominciamo!
1) Prenditi la responsabilità dei tuoi bisogni emotivi
Le persone che non riescono a badare a loro stesse a livello emotivo cercano spesso qualcun altro che lo faccia al posto loro.
Ma a prescindere da quanto qualcun altro riesca a farti sentire bene, è fondamentale sviluppare una certa fiducia in te stesso e nelle tue capacità.
Per imparare ciò è necessaria tanta auto-osservazione e pratica: non è sicuramente semplice ma ciò può aiutarti a sviluppare indipendenza ed autonomia.
Potresti avere pensieri quali:
“Solo qualcun altro può rendermi felice”
“Non posso amare me stesso se qualcun altro non mi ama”
Quando pensi in questo modo, ciò che accade realmente è che stai rendendo la tua felicità dipendente da quella persona.
Si crea un circolo continuo di ricompensa e punizione. E la dipendenza stessa ti rende infelice.
Un importante passo verso la strada della libertà è quello di permettere alle altre persone di essere libere piuttosto che avere risentimenti nei confronti dei loro comportamenti. Puoi sempre cercare aiuto ma non puoi pretenderlo perché alla fine dei conti nessuno ti deve nulla.
Il tuo amore per te stesso va costruito dall’interno.
2) Identifica il meccanismo dell’Idealizzazione
L’idealizzazione ci porta ad immaginare l’altro come perfetto o a vederlo su un piedistallo: tendiamo a vedere soprattutto gli elementi positivi e a negare o giustificare quelli negativi. Ciò può portarci a dare più importanza ai desideri dell’altro piuttosto che ai nostri.
Pensaci:
questo meccanismo ti porta sempre a soffrire e a non vedere l’altro in maniera obiettiva.
In realtà quello che inconsciamente finiamo a fare è utilizzare l’altro per colmare le nostre insicurezze e renderlo l’unico che può farlo.
L’altra persona sente di avere completo potere su di noi e questo può portarla a manipolarci o a farci soffrire (ho già parlato di questo nel video in cui spiego che l’individuo narcisista è proprio attirato da personalità dipendenti).
3) Prenditi cura di te stesso a livello emotivo
Ecco alcuni punti essenziali:
- riconosci i tuoi bisogni e rendi prioritaria la tua felicità
- Riconosci il tuo valore e lavora sul migliorare la tua autostima: metti in dubbio i tuoi pensieri negativi su te stesso, focalizzati sui tuoi punti di forza e riconosci i tuoi limiti, lavora sui tuoi obiettivi e comincia a comprendere che in realtà sei in grado di fare ciò che è meglio per te (o farti aiutare se non riesci).
- Osserva i comportamenti che ti portano ad attaccare te stesso e sostituiscili gradualmente con comportamenti di comprensione e accettazione.
- Sviluppa la tua curiosità intellettuale: apprendi e scopri cose nuove su di te, sugli altri e su ciò che ti accade. Cerca tutto ciò che ti potrebbe appassionare.
- Impara a osservare con calma, guardare e sperimentare pienamente tutte le emozioni (anche quelle negative).
- Condividi e riconosci i tuoi bisogni affettivi: non esiste una sola persona che può ascoltarti e comprenderti. Costruire una cerchia di amicizie o parlare con un terapeuta possono essere ottimi modi per condividere ciò che hai dentro.
- Quando sbagli qualcosa non essere troppo duro con te stesso, consideralo sempre un passo necessario ad imparare cose nuove.
- Cerca di portare la tua attenzione al momento presente per quanto possibile: questa pratica ti permette di non favorire troppo la ruminazione del pensiero, che amplifica maggiormente emozioni e pensieri negativi (la meditazione Mindfulness è ottima in questo senso).
- Circondati di persone che ti valorizzano e non di persone tossiche che ti fanno soffrire.
4) Esplora le tue reazioni emotive e gli eventi scatenanti
Come già sottolineato in precedenza, la maggior parte delle problematiche di Dipendenza Affettiva provengono da esperienze difficili durante l’infanzia o l’adolescenza.
Le tue reazioni emotive attuali sono proprio la porta per comprendere le tue ferite passate.
Riconoscere questi eventi e il modo che usi per affrontarli è un ottimo modo per capire come mai oggi ti ritrovi ad avere reazioni esagerate o che non riesci a controllare.
In un certo senso la dipendenza affettiva si autoalimenta: si può parlare di circolo vizioso e profezie autoavveranti.
Ad es. ho osservato come alcuni pazienti, nonostante si rendano conto razionalmente che stanno sbagliando, non riescano a fare altrimenti.
Esplorare i modelli che hai appreso (in maniera perlopiù inconsapevole) ti aiuta a capire perché oggi hai quei comportamenti.
Ciò succede perché i modelli che costruiamo nel corso degli anni sono rigidi e non ci permettono di sperimentarci in un modo diverso.
In un certo senso è necessario disimparare prima di poter imparare qualcosa di nuovo.
La terapia in questo può aiutare molto: una parte della soluzione è proprio imparare a distinguere tra le situazioni presenti e quelle che sono accadute nel passato. Ciò può portare anche ad osservare e distinguere tra il bambino che eravamo un tempo e l’adulto che siamo oggi.
5) Affronta la paura della solitudine
Una delle ragioni principali per le quali si sviluppa la dipendenza è la paura di stare soli.
Ho già approfondito questo argomento in un articolo dedicato che ti consiglio di leggere (solitudine interiore).
Cerchiamo costantemente qualche forma di intrattenimento o di distrazione solo per evitare di restare soli con noi stessi.
Tutta la dipendenza, o la sensazione di incompletezza, esiste perché tendiamo a cercare la soddisfazione al di fuori, non dentro di noi.
Spesso in quella sensazione di solitudine ci sono profonde ferite, traumi o ricordi traumatici.
Ed è per questo che dobbiamo tornare indietro ed affrontare tutto il peso che ci portiamo dentro, che emerge proprio quando siamo soli.
Se riusciamo ad affrontare questa paura, potremo vedere tutto ciò che c’è al di là.
6) Lavora sull’Immagine Negativa di te stesso/a
La maggior parte di noi non ha idea di chi è veramente, così finisce ad essere completamente dipendente da una autoimmagine che si è costruito.
Questa identità è però semplicemente un’idea che ha bisogno di contenuto per mantenersi in vita. Questo contenuto è di solito fornito dagli altri, ecco perché li cerchiamo sempre per definirci.
In effetti, la causa principale della dipendenza emotiva è proprio un’immagine di sé negativa che si è costruita nel tempo.
Chiunque abbia un’immagine negativa di se stesso sarà sempre emotivamente dipendente da persone o oggetti per trovare un senso di dignità o sicurezza.
Se vuoi liberarti dalla dipendenza affettiva, dovresti perciò cercare chi sei veramente al di là di tutte queste “autoimmagini” che la mente ha creato.
7) Comincia a lavorare sulla costruzione di confini ben definiti
Uno dei passi fondamentali da fare per recuperare dalla dipendenza è imparare a costruire appropriati confini emotivi.
Ciò significa poter dire di NO! quando lo sentiamo e non permettere all’altro di mancarci di rispetto.
Significa anche riconoscere ciò che ci fa bene e ciò che invece ci danneggia e non adattarci più all’altro pur di ricevere un po’ di attenzioni.
CONCLUSIONE
Sei arrivato alla fine di questo articolo!
Complimenti!
Come ho già sottolineato però la lettura di un articolo non basterà mai da sola a risolvere un problema profondo.
Come ricordo sempre:
Chiedere aiuto è una grande dimostrazione di forza: ti potrebbe permettere di vivere appieno la tua vita, riconoscendo i tuoi punti di forza e lavorando sui punti di debolezza senza aver bisogno di qualcun altro.
Nessuno è completamente indipendente e anche le persone che all’apparenza sembrano molto forti non si sentono così libere come immaginano. Il loro senso di benessere emotivo dipende spesso dal fatto che qualcun altro tenga a loro.
Ma continuo a sottolineare una cosa:
è possibile imparare a liberarsi della dipendenza emotiva.
E’ importante darsi tempo, non esiste un processo di recupero veloce o lento.
Cominciare a riconoscere e ad ammettere a se stessi di avere un problema è il primo passo per poterlo affrontare e liberarsene.
La psicoterapia è lo strumento migliore che conosco in tal senso.
Se vuoi farmi qualche domanda o chiedermi un chiarimento come sempre puoi farlo nei commenti! Se hai bisogno di una consulenza specifica puoi contattarmi qui.
Un saluto!
ALCUNI RIFERIMENTI:
– Caretti, V., Craparo, G., Schimmenti, A. (2008). Psicodinamica delle dipendenze patologiche. Nόos, Vol. 14, 2.
– Earp, B. D., Wudarczyk, O. A., Faddy, B., Savulescu, J. (2017). Addicted to love: what is
love addiction and when should it be treated? Philosophy, Psychiatry, Psychology, 24(1):77-92.
– Jiménez, A. J., Hernández-Romera, M. (2014). Emotional Dependency Based on the Gender of Young Adolescents in Almeria, Spain. Procedia – Social and Behavioral Sciences. 132.
– Lemos, M., Vásquez, A. M., Román-Calderón, J. P. (2019). Potential Therapeutic Targets in People with Emotional Dependency. Int J Psychol Res (Medellin); 12(1):18-27
– Miller D. (1994). Donne che si fanno male. Milano: Feltrinelli.
– Reynaud, M., Karila, L., Blecha, L., Benyamina, A. (2010). Is it love passion an addictive
disorder? The American Journal of drug and alcohol abuse. Vol.36, n.5. pag.261-267.
– Schellenbaum, P. (2015). La ferita dei non amati, Red Edizioni.
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Buona sera Francesco la ringrazio di questo articolo dettagliato e mi ha aiutato a comprendere meglio quello che vivo.
Con il mio migliore amico di università e coinquilino ci conosciamo da ormai cinque anni. Da qualche mese a questa parte ho capito che sia da parte mia che da parte sua soffriamo un pò di dipendenza affettiva. Penso che lo stiamo intuendo insieme e quello che mi sta aiutando a distanziarmi da lui, anche se soffro, è “l’osservazione” delle mie emozioni negative come la gelosia o possessività che mi portano a vivere questa dipendenza. Mi dico: “se dipendo da lui, non sono felice”.
Ora lui ha iniziato un percorso terapeutico da qualche mese e lo vedo più distaccato: io un pò ne soffro ma osservo la mia possessività e gelosia per il fatto che “avrà parlato di me allo psicologo” ma capisco che sono invadente e mi passa, perchè la mia felicità non sta in una persona… è dura dirlo anche se è il mio migliore amico.
Ora le chiedo come poter costruire una amicizia sana e mantenerla in questo caso? Sto facendo bene a osservare e ad avere una gestione delle mie emozioni per non invaderlo e non essere dipendente da lui? A volte volevo allontanarmene interiormente ma viviamo insieme e quelle volte che ho tentato soffrivamo psicologicamente e tutto era pesante.
grazie mille dottore
La cosa migliore in questi casi è andare a fondo. Proprio come ha fatto lui iniziare un percorso terapeutico le può far capire come mai si manifestano emozioni così forti di gelosia e possessività.
Spesso ci sono ferite più profonde risalenti all’infanzia o al periodo adolescenziale. Dire a se stessi “se dipendo da lui/lei sono infelice” non cambia nulla perché i vissuti emotivi sono molto più profondi e non rispondono alla razionalità.
La ringrazio per il suo commento
Buonasera, credo di avere una forma di dependenza affettiva, e proprio il mio partner mi sprona e mi spinge ogni giorno a pensare più a me e trovare la felicità e sicurezza in me e poi si conseguenza nella coppia(anche se io non riesco ad apprezzarlo sempre e lo percepisco come un “non vado bene, non mi capisci”) , volevo chiedere se è possibile uscire da questa dipendenza senza porre fine alla relazione? Non credo sia la relazione sbagliata o la persona sbagliata, ma semplicemente la mia paura è il mio approccio alla nostra relazione
Le situazioni così personali vanno affrontate in un percorso terapeutico.
In ogni caso le consiglio la lettura di altri 2 articoli sul mio blog: quello sulla Bassa Autostima e quello sull’Amare Se Stessi.
Buona giornata
Io ho un problema molto simile, di dipendenza affettiva con una personalità narcisista, bassa autostima, non amore per me stessa. Vorrei sapere se si può affrontare un percorso con lei online poichè io sono parecchio lontana da lei, ma lei e il suo blog m hanno ispirato fiducia e… mi danno una seppur minima speranza (che ormai non ho più) di uscire da questo ginepraio in cui ormai sono da anni…
La ringrazio e le porgo i miei più cordiali saluti.
Se vuole contattarmi per consulenze può farlo alla pagina Contatti.
Saluti
Dottore, l’unico modo per liberarsi della dipendenza affettiva é troncare il rapporto con la persona da cui si è dipendenti o ne si può uscire mantenendo un rapporto con l’altra persona rendendolo però sano? Grazie in anticipo per la sua risposta.
La dipendenza affettiva non dipende esclusivamente dall’altra persona ma è una modalità di rapporto che viviamo dentro di noi. Il lavoro da fare è all’interno, le relazioni sane con gli altri ne possono essere solo una conseguenza.
Saluti
Buongiorno,
Domenica gli ho detto basta e sembra che lui abbia capito, spero.. ma ora ho davvero bisogno di sentirlo ma mi “violento” per non farlo.
E’ una tortura.. ma leggere questo articolo mi aiuta a pensare che faccio bene a resistere.
Grazie
Si figuri, è molto difficile ma assolutamente necessario.
Buona giornata
Che articolo esaustivo!! MA GRAZIE INFINITE!!!! <3
E' possibile sapere qual è l'articolo sui confini emotivi?
L'avete fatto? Ho provato a cercarlo ma non trovo.
GRAZIE PER TUTTO!!
Non ancora ma è in programma!
La ringrazio per il suo commento
Salve Dottore grazie per il suo prezioso articolo.
Sono dipendente affettivamente e come lei spiega siamo attratte e attraiamo persone narcisiste.Volevo chiederle come, e se possibile capire da subito se una persona è narcisista per poterla evitare.
Sento di avere altissimi livelli di “euforia” quando mi trovo a contatto con questo tipo di partner,mi fanno sentire viva e utile.Mi chiedevo come si possono provare emozioni altrettanti forti con persone senza questo disturbo. Spero di essermi spiegata 🙂
Grazie per la disponibilità
Non le consiglio di usare l’etichetta “narcisista” perché queste diagnosi sono serie e vanno fatte da professionisti esperti. Ciò che lei mi descrive è molto comune e per andarlo a risolvere occorre scavare a fondo nel proprio passato (e non cercare di sistemare l’altro o provare ad avere risposte da lui) e comprendere i pattern di attaccamento originatesi dalla prima infanzia e durante tutta la crescita.
Da questi si può arrivare pian piano a prendere maggiore consapevolezza dei propri bisogni affettivi.
E’ un percorso che difficilmente si riesce a fare da soli, c’è bisogno di una psicoterapia
La ringrazio per il suo commento.
Buonasera dottore, molto bello il suo blog. So che da un semplice commento non si può dire molto, ma mi chiedevo quale atteggiamento dovrebbe avere la fidanzata di una persona che vive questo problema e si rispecchia totalmente in questo articolo.
Per salvaguardare se stessa ed aiutare l’altro. Grazie mille
Buongiorno. Non è facile dirlo senza sapere nulla della storia di questa persona e della coppia. Probabilmente la scelta migliore è quella di farsi aiutare da un professionista, ma ovviamente non si può costringere nessuno.
La ringrazio molto per i complimenti.
Ciao Francesco,
Leggendo il tuo articolo ho capito che c’è gente che riesce davvero a comprendere alcuni stati e periodi difficili della vita di una persona talvolta fragile ed emotivamente instabile. Sto avendo un periodo così, forse ancora più intenso ed è il primo post che leggo che mi fa davvero riflettere su ciò che sta accadendo.. a volte chiedere l’aiuto di uno specialista è molto difficile proprio per i pensieri radicati di cui hai parlato. Hai altri piccoli consigli da dare, per spronare, sarei davvero felice di ascoltarti.
Grazie mille per il post ♥️
La ringrazio molto per il suo commento Azzurra.
Se vuole può entrare a far parte del gruppo Facebook e condividere alcuni dei suoi vissuti all’interno, così come pormi domande.
Buona giornata
Ho letto accuratamente il tutto, sono stata in terapia per due anni, ho capito il mio problema ed è vero, non è facile a volte attuare il tutto. Continuerò a leggere i suoi articoli, grazie.
La ringrazio molto per il suo commento!
Buona giornata
Articolo molto interessante. Ho iniziato a leggerlo in uno stato di angoscia e alla fine della lettura mi sono sentita fiduciosa di poter affrontare questo mio problema. Grazie
La ringrazio molto.
Buona giornata
Salve,
Articolo interessante, complimenti.
Io sono 8 anni che vivo una dipendenza affettiva, la consapvolezza è sempre più forte, sono tanto stanca e spero di riuscire presto a trovate la svolta.
La ringrazio molto. Un percorso terapeutico è spesso risolutivo in questo tipo di problematiche.
Buona giornata
Complimenti, bellissimo articolo
La ringrazio molto Valentina
Buongiorno Dottore,
Innanzitutto grazie per i suoi contenuti. Attualmente sto sperimentando forte ansia dovuta a insoddisfazione sul fronte lavorativo e affettivo e contemporanea confusione sui miei obiettivi nella vita. Ho 35 anni e dalla scorsa estate convivo con un uomo separato con due figli minorenni (che non vivendo ogni giorno nella casa paterna ignorano il nostro vero legame; gli sono stata presentata come semplice amica e così sono ai loro occhi ormai da tre anni). Lui mi riempie di attenzioni e mi cerca sempre, in ogni aspetto, soprattutto sessuale. Mi sento amata, ma fondamentalmente non sto bene con me stessa perché so di non essere così attraente e non mi stimo. In più… nonostante tutto il suo amore mi ha tradita con un’altra… portandosela nel nostro letto per un mese… fino a poco prima che lo scoprissi. Da quel giorno stiamo ancora insieme, ma ho perso totalmente fiducia in lui, nelle sue parole e suoi atti, seppur teneri hanno poco significato per me. Da allora, esattamente un anno, sto seguendo un percorso con una psicologa. Ma con scarsi risultati, temo, perché nonostante la mia consapevolezza circa la mia dipendenza non ho chiaro cosa fare tra una seduta e l’altra e nulla cambia. Si, dovrei coltivare miei interessi, ma mi sento demotivata e vuota. Quando non sono in ufficio spreco le mie giornate a rimuginare e provare tanta rabbia per ciò che ho subito, senza meritarlo (non eravamo in crisi… il tradimento è stato un modo per riempire le sue giornate quando non era coi figli e non convivevamo). Non so cosa fare, vorrei interrompere la terapia perché mi sembra tutto inutile e ho sviluppato una forte resistenza al cambiamento. Cosa posso fare?
Buongiorno Ilaria. Forse, dato che è già seguita in terapia, dovrebbe cercare di esternare tutti questi suoi vissuti proprio al suo/alla sua terapeuta.
La terapia deve essere un luogo in cui potersi aprire completamente, anche per quanto riguarda i nostri vissuti negativi e il nostro senso di impotenza.
Se sente che la sua terapeuta non la sta aiutando glielo dico apertamente. Potrebbe essere l’inizio di un nuovo approccio alla terapia stessa.
Gentile dottore, ho una figlia dipendente affettiva. Non vedo né lei né i miei nipoti da 4 anni. Come posso aiutarla. Grazie.
Vorrei poterla aiutare ma non so nulla della sua storia personale. Ovviamente la domanda che sorge spontanea è: Perché non li vede da 4 anni se è sua figlia?
Le consiglio di affrontare tutto ciò in un percorso terapeutico.
Buona giornata
Buonasera dottore,
sono in terapia da 3 mesi, una seduta a settimana che ora abbiamo ritenuto di farla diventare di una seduta ogni due settimane.
La mia dipendenza era in un’amicizia, anzi credo che lo è ancora. Anche se non sento il bisogno ora di averla nella mia vita come di essere nella sua, sicuramente è una persona a cui sono legata c’è cmq la speranza un giorno di recuperare l’amicizia. Solo che i sensi di colpa, la vergogna per il mio atteggiamento molto immaturo nel cercare di “non perderla” riempito di parole e spiegazioni e un cercare di chiedere scusa per ogni cosa ha portato lei a distaccarsi del tutto da me. Ora ritengo che era l’unica cosa da fare, in modo da farmi affrontare i miei problemi. Solo che questa cosa ha portato anche tutto il gruppo ad allontanarsi da me. Io non riesco nemmeno più ad avere coraggio e cercare di recuperare i rapporti. Mi sento molto fragile e non riesco a parlare del mio problema. Sono passata come una persona falsa e pesante. Ma non capiscono che questa è un problema inconsapevole. Cmq dopo tre mesi mi sento ancora in balia di me stessa, ma se prima cercavo aiuto e supporto da tutti anche in maniera velata ora riesco a guardare in maniera distacatta i miei momenti di squilibrio emotivo senza che loro interferiscono con la mia vita attuale. Ci sono momenti che percepisco una me diversa con la voglia solo di affrontare cose belle e nuove e altre che sento di non farcela e di essere spenta. Più o meno c’è un tempo per riprendersi? Un consiglio per riprendere le vecchie amicizie?
Saluti e grazie.
Ovviamente risponderle qui è praticamente impossibile. Dinamiche così personali vanno affrontate a fondo in un percorso terapeutico.
C’è sempre tempo per riprendersi ed affrontare le difficoltà della vita, la scelta dipende sempre da noi.
Buona giornata
Buongiorno, ho letto l’articolo con immensa attenzione. E dispiacere, perché mi ritrovo in praticamente tutto, a parte due particolari.
I miei genitori sono stati e sono fantastici, e hanno sempre creduto in me. Penso che i miei problemi di autostima siano nati da come mi hanno trattato vari ragazzi quando ero al liceo.
Altro punto differente, il ragazzo con cui sto da quasi 11 mesi è veramente la persona più bella che potessi trovare, l’amore che aspetto da tutta la vita. Mi tratta benissimo e mi dimostra sempre di tenerci tanto.
Però io mi sto rendendo conto che sto riducendo il mondo a lui. Sono felice solo quando siamo insieme, mi importa meno delle mie amiche e di tutti quelli che mi circondano, ho il terrore che mi lasci, mi sminuisco spesso davanti ai suoi occhi.
Può scrivermi un suo pensiero? Soffro di dipendenza affettiva secondo lei?
Grazie mille
Come sottolineo spesso non è possibile fare una diagnosi tramite pochi dati e senza conoscere a fondo la storia di una persona. Da ciò che descrive sembrano esserci alcuni segni di dipendenza ma andrebbero approfonditi in un eventuale percorso terapeutico.
Tutto ciò che trova nell’articolo è sicuramente applicabile.
La ringrazio per il commento
Che bell’articolo! Grazie.
La ringrazio molto!
Dottore grazie mille per questo articolo… è estremamente chiaro e di impatto e purtroppo mi ritrovo in quasi tutti gli aspetti descritti.
Vorrei iniziare un percorso di psicoterapia ma tra lavoro, famiglia e figli ho pochissimo tempo a disposizione. Sarebbe possibile iniziare un percorso a distanza, magari proprio con Lei, tramite i potenti mezzi messi a disposizione dalla tecnologia?
La ringrazio fin d’ora per i Suoi preziosi consigli!
Se ha bisogno di una consulenza può scrivermi o contattarmi a questa pagina: francescominellipsicologo.it/contatti/
Salve,sto attraversando questa fase cge mi porto dietro da sempre ma che da 4 mesi a questa parte si è molto intensificata, anche a causa del disastro nella mia relazione pluriennale a seguito della conoscenza di un tizio che si è poi rivelato x me essere un narcisista, ora sino devastata e ho paura di stare sola con me.non ho piu fiducia e ne avevo poi pure gia poca ,non so cosa mi succeda e pensare che negli ambiti lavorativi tutti mi spprezzano
Ha pensato di cominciare un percorso terapeutico per poter lavorare su questi suoi vissuti?
Buongiorno dottore…mi riconosco nel 90% della descrizione di dipendente affettivo.
Due mesi fa sono stata lasciata da un ragazzo che, a suo avviso, dice di non essersi mai innamorato di me, nonostante sentisse delle emozioni bellissime con me. Mi ha lasciata perché io sono partita a studiare all’estero e ci starò tre anni, ma credo che non fosse l’unico motivo, sennò a quest’ora saremmo stati insieme. Il punto è che da allora mi sono sentita priva di scopo nella vita, come se senza di lui fossi vuota e incompleta… è difficile mettermi al lavoro e studiare qua, spesso rimango letteralmente paralizzata e incapace di fare qualsiasi cosa. E mi sento anche in colpa perché non sto facendo niente di produttivo per lo studio…la sensazione è angoscia mista a “a cosa servo io?”
Penso ancora al mio ex ragazzo e a quanto mi sentirei capace e piena di forze per fare qualsiasi cosa se lui fosse ancora fidanzato con me. Mi basterebbe anche solo sapere che lui c’è per me, anche se a distanza…non capisco come riuscire a darmi da sola questa forza. Ormai vivo da sola da due mesi e sto passando giornate all’insegna del “oggi come farò a far passare la giornata?” Non ho idea di quale sia la strada…
Grazie per il suo articolo
Le consiglio di leggere anche l’articolo su come superare una rottura, così come quello sulla Bassa Autostima in modo tale da avere una strada da seguire.
Queste fasi sono normali ma se permangono a lungo può pensare di chiedere aiuto ad un terapeuta.
La ringrazio per il suo apprezzamento.
Io sinceramente so di aver un problema so di non riuscire a stare sola e di essere dipendente dall’altra persona. Io la idealizzo e tendo a giustificare e sorvolare su ogni lato negativo pur di tenere con me la persona. E molto spesso vedo di fare il 100 percento e riceverne il 60 , tanto che ora come ora il mio unico e grande desiderio è quello di essere la priorità per la persona che amo. Non riesco ad avere piú altri interessi o il terrore di stare sola, mi sento sola continuamente e questo mi dà alla testa e non riesco nemmeno a fare concretamente cose per me del tipo trovare un lavoro ecc… Mi sento spaesata. Vorrei solo bastarmi.La prego mi dica che sa come posso fare. C’è da aggiungere che io so giá probabilmente quale è la causa della mia dipendenza ovvero in gran parte mio padre e in piccola parte mia madre, perchè è abbastanza palese. Altra cosa importante in conclusione io ho 19 anni e un aborto abbastanza sofferto alle spalle.
Buongiorno Luana, queste tematiche così personali andrebbero valutate a fondo in un percorso. Chiaramente ciò che è scritto sull’Articolo è proprio la strada da seguire ma spesso non è facile farlo da soli. Fare ipotesi non permette di lavorare a livello emotivo per superare la sua sofferenza.
Io..avrei tante cose da dire…non so da dove cominciare sinceramente. Più che vittima…forse mi dovrei sentire carnefice. In sostanza….Non riesco a lasciare mia compagna nonostante l’abbia tradita molte volte e mi sento attratto da altra persona. Non riesco a prendere decisione. Mia compagna è meravigliosa con me…forse troppo…. Mi fa sentire importante e tante altre cose positive. Attrazione fisica però poca…si fa poco all’amore…lei sempre disponibile…io devo “concentrarmi” per non deluderla…spesso mi sento sotto esame Sono in crisi da anni…cerco di fare il felice e contento per non farla stare male e non avere sensi di colpa. Il solo pensiero che lei possa lasciarmi però mi mette ansia e disperazione. Indosso ogni giorno maschera di contentezza e felicità. Sono in terapia da anni senza risolvere granché. Non sono sereno
Capisce dalle sue stesse parole che probabilmente ciò che dovrebbe essere fatto è proprio ciò che non vuole fare.
Ovviamente nel suo percorso terapeutico dovrebbe analizzare a fondo le sue resistenze a questa decisione e quali possono essere le ferite (probabili) che le impediscono un distacco. Se non riesce a cambiare le cose dovrebbe affrontare la sua frustrazione proprio con il suo terapeuta. E’ li per questo.
Buona giornata
Buon giorno,
ho letto il suo articolo, che ho trovato estremamente interessante.
Avrei mille domande da farle e non so neanche da dove cominciare.
Mi ritrovo in tutti gli aspetti che denotano un segno di piena dipendenza affettiva.
Vorrei solo capire quali sono gli strumenti da adottare per allontanarsi da un soggetto maltrattante, una volta che si è raggiunta la consapevolezza della propria dipendenza, di cui non si riesce purtroppo a farne a meno
Tutto ciò che è scritto nell’articolo è valido. Le consiglio anche di leggere l’articolo sul Narcisista Patologico e sulla Bassa Autostima.
Buona serata
Gentile dottore,
ho 31 anni e le scrivo per quello che potrebbe essere un problema di dipendenza da mia madre. Da sempre sono molto legato ai miei genitori e ho problemi a socializzare con gli altri, soprattutto a sentirmi appagato dal rapporto con gli altri. Circa tre anni fa i miei problemi sono sfociati in attacchi di panico e una depressione molto forte, e ho iniziato un percorso di psicoterapia. Nel frattempo è anche mancato mio padre, ed io e mia madre ci siamo trasferiti a vivere nella città dove lavoro. Il fatto è che sento che nulla, assolutamente nulla abbia senso senza di lei. Vivo nel terrore al pensiero della sua morte, sono convinto che quel giorno sarò incapace di rialzarmi, impazzirò, perderò il lavoro, la dignità. A volte ho dei periodi di tregua da questi pensieri, altre volte mi occupano tutta la giornata e mi tolgono il respiro e la capacità di fare qualunque altra cosa. Ci provo, per quanto riesco, a stabilire altri rapporti umani, ma nessuno è capace di togliermi questo opprimente senso di solitudine, di darmi anche solo una millesima parte di quello che mi da la presenza di mia madre. Ho un buon livello di istruzione, un’età ormai importante, e quasi tre anni di terapia alle spalle, eppure questa mia angoscia è sempre più forte, quindi inizio a temere di non poterne uscire in alcun modo. Quando leggo articoli come il suo, alla fine mi chiedo sempre: quanti nelle mie condizioni (o simili) ce la fanno davvero a “guarire”?
Grazie, cordiali saluti.
Valerio
Lavorare a fondo su se stessi è sempre la risposta.
Perché chiedersi quanti ce la fanno? Dobbiamo pensare se noi siamo in grado di farcela.
Le problematiche di cui mi parla possono essere affrontate a fondo in un percorso terapeutico: non deve affrontare tutto da solo può trovare un valido aiuto in un professionista competente.
Le auguro una buona giornata
Salve! Sono rimasto davvero colpito dal suo articolo. Molto esaustivo e chiaro. Io ho già seguito un percorso con una psicologa e abbiamo trattato anche questo problema. Ma per fortuna la persona con cui ho legato questa dipendenza affettiva non ha mai osato né condizionarmi né manipolati. Oltre a trattare di questa realtà con la psicologa, potrei anche parlarne liberamente a questa persona?
Se lo ritiene necessario, certo. Ma le consiglio comunque di parlarne prima approfonditamente con la sua psicologa.
La ringrazio molto per il suo commento!
Buongiorno dottore,
Io ci ho provato con la psicoterapia ne ho cambiati ben 3 ma il risultato è sempre lo stesso, non appena cercano di approfondire io inizio con un monologo che scappa dall’argomento, istintivamente mi chiudo e non faccio entrare nessuno… Non ho via di scampo!!
Buongiorno Sonia. Se ha identificato questo meccanismo è importante farne tesoro.
I suoi meccanismi di difesa le impediscono di accedere ai sentimenti più profondi e dolorosi e proprio per questo la portano a chiudersi.
Il loro scopo è quello di proteggerla dal dolore.
Il punto è che se continua a fuggire dal dolore e da tutti quei sentimenti ne paga un prezzo alto in termini di serenità a lungo termine.
Nessuno può costringerla ad affrontare tutto ciò, solo lei può decidere di averne abbastanza di questi meccanismi che la allontanano dal risolvere il suo problema. Solo lei può arrivare ad averne abbastanza di soffrire, negando ciò che prova in profondità.
Non è vero che non ha via di scampo. Quello che sta facendo è dare più importanza alle sue difese rispetto ai suoi sentimenti autentici. Solo quando deciderà che il peso di rinnegare le sue emozioni è troppo grande allora sarà pronta a lavorarci sopra. Forse non è ancora il momento.
Le auguro una buona giornata
Grazie dottore, temo che avendo 54 anni non riuscirò più a uscire da questa trappola in cui mi sono auto incastrata. Vivo con questa maschera da sempre, prima per non far preoccupare i genitori, poi per non far preoccupare il figlio, ora perché non so essere diversa, mostrare le mie fragilità non so perché pare che per me sia come rendermi vulnerabile e un facile bersaglio per tutti.
Grazie ancora della risposta!
Salve dottore mi complimento per l’articolo,mi ha fatto tanto riflettere in qst momento buio della mia vita,ho da 4 anni una relazione tossica con un narciso,che mi sta letteralmente togliendo la voglia di vivere,consapevole del problema da qualche mese vado in terapia..e spero tanto di potere uscire da qst tunnel che sembra nn avere una fine,ma ritengo che niente è impossibile basta prendere coscienza ed agire
Glielo auguro certamente. Chiaramente se sente di aver bisogno di aiuto non esiti a rivolgersi ad un terapeuta.
Può aiutarla davvero.
La ringrazio per il suo commento, buona giornata
ehm…salve mi chiamo Serena e ho una dipendenza affettiva che voglio assolutamente guarire perchè mi rende “impotente” di fronte al fatto di costruire rapporti seri…
come posso fare?
e comunque ho 17 anni
Per poter “guarire” una qualsiasi sofferenza è intanto importante comprenderla andando a fondo. Non è facile farlo da soli, la cosa migliore è rivolgersi ad un terapeuta che la possa aiutare a comprenderne le cause.
Buona serata
le so bene le cause cerco sempre di “costruire” un rapporto migliore con le persone ma poi mi rendo conto che sono sempre al punto di partenza e questo mi fa star male..
Come mi rivedo in ciò che ha scritto …
Ha descritto perfettamente tante cose che combaciano su ciò che è stato scritto in questo articolo..
Questa dipendenza credo di averla già da piccolo con mia sorella a cui ero molto legato è tuttora sono legato.
Da quando lei si è sposata la situazione è andata peggiorando fino a sfociarmi in varie situazioni come dal isolamento sociale e molta derealizzazione e depersonalizzazione..
Ci sono periodi che va bene sto bene mentalmente mentre ci sono periodi in cui la cosa va acuta . Vi pongo un esempio pratico .
Ieri vado via dalla casa della mia ragazza e non la vedrò fino a venerdì.
Abbiamo dormito insieme per 10 giorni e stavo bene e tranquillo.
Ora che me ne sono andato non riesco a dormire che a letto cerco la sua mano, piango al suo pensiero come tuttora e senza lei non posso stare ..
Ma appena torno da lei sto benissimo tutto mi passa ..
E quindi mi sono reso conto che ho questa dipendenza Da lei che credo sia scaturita dai familiari…
Ora io sto cercando aiuto anche perché vado a periodi .. periodi che non me ne frega nulla di questa cosa è quindi ci passo tranquillo ma periodi in cui non riesco proprio mi deprimo e mi dispero…insomma divento dipendente da questa persona .
Che posso fare ?
La cosa migliore da fare è un percorso terapeutico che possa aiutarla a comprendere più a fondo la causa di questi comportamenti così come delle emozioni che li generano. Buona giornata
Buonasera,
Mi rivedo in molte cose che Lei ha scritto nel suo post, vado in terapia da circa 4/5 anni e soffro di dipendenza affettiva per una mia amica (per la quale, specifico, non c’è interesse che vada oltre l’amicizia – spesso si rischia di fraintendere; Il rapporto che ho con lei però è esattamente quello descritto nel post). In terapia è emersa la causa di questa mia dipendenza ma spesso ho l’impressione che la terapeuta non mi guidi verso la soluzione di questo problema, anzi, a volte mi dice che è positivo che io abbia instaurato una relazione così forte; mi sembra veramente di non fare passi avanti.
La mia amica a gennaio è andata a studiare all’estero per diversi mesi e per questo nell’ultimo periodo la dipendenza e la sofferenza per il suo allontanamento è diventata sempre più intensa (a tal punto da generare la paura molto forte di un distacco definitivo).
Cosa posso fare? Devo forse provare ad affrontare il problema cambiando psicoterapeuta?
Aggiungo: La mia amica non è consapevole del fatto che la mia sia “Dipendenza Affettiva” nei suoi confronti.
E’ il caso che io gliene parli esplicitamente?
La ringrazio in anticipo
Buonasera Giacomo. Questi vissuti così personali, specie se è già in terapia, dovrebbe discuterli direttamente con il suo terapeuta. Deve sentirsi completamente libero con il suo terapeuta. Cioè comprendere anche il sentirsi che non sta andando avanti e che non riesce a vedere un punto d’arrivo. Più è onesto e aperto con il suo terapeuta più fa progressi.
Salve, ho visto il suo video e poi ho letto questo articolo, e, anche essendo in terapia da un anno, tutto questo mi ha colpito come un pugno in faccia. Vorrei uscirne… questa mia dipendenza mi ha provocato seri problemi ed ultimamente non ho più voglia di andare avanti, non vedo e non immagino un futuro sereno cin qualcuno accanto a me con cui ostruire qualcosa. Mi rendo conto di essere sempre andato a mendicare amore e amicizie, calpestando spesso me stesso. È deprimente che ci si riesca a fare così tanto male da soli… grazie
Capisco la sua situazione Enzo. Continui a lavorare con il suo terapeuta perchè è necessario tempo ed impegno per uscire da questo tipo di dipendenza. Ci sono spesso ferite profonde che arrivano dal passato e vanno “curate” per poter cambiare prospettiva sulla propria vita e sul proprio futuro.
Un saluto e buone feste
Buonasera, nella dipendenza affettiva in amicizia, può esserci gelosia? Grazie.
Dottore buongiorno,
sono giorni che rimbalzo da un sito ad un altro trovandomi ad aver lasciato per la prima volta il mio partner dopo 17 mesi di rapporto (io uomo 33 anni lei donna 39 con un figlio di 14 col quale sono molto amico) dopo essermi reso conto di vivere un amore malato con una narcisista manipolatrice che in tutti i modi, mi ha fatto sempre sentire inadeguato per i motivi più assurdi, e solo dopo essermi reso conto che questa persona mi stava usando a suo piacimento avendo trovato in me un carattere debole e dipendente. Arrivato a questa presa di coscienza provo un forte senso di disagio (rabbia, angoscia, depressione, un senso di “essere stato violato” nel profondo fino ad allienarmi, non poter scendere a fare un aperitivo con gli amici o dover avvisare quasi se scendevo di casa a prendere le sigarette “senza permesso”. Solo dopo aver scoperto messaggi in cui lei si comportava malissimo cercando approvazione verso altri uomini durante il nostro rapporto ho aperto gli occhi e sto vivendo un disagio profondo che mi porta difficoltà nell’accettazione, paura di aver rotto (anche se ogni istante con l’altra persona lo vivevo con questa ansia di perderla – per intenderci 3 giorni stiamo insieme – 2 giorni mi lasciava lei per i motivi più assurdi, io chiamavo lei mi riprendeva e così via per 17 mesi.
Il problema sta nel fatto che io manifesti tutti o quasi i sintomi di dipendenza affettiva: incertezza, senso di disagio, fragilità emotiva dopo ogni singolo conflitto, arrivando alla presa di coscienza che l’altra persona in realtà si approfittasse delle mie debolezze per usarmi a soddisfare a suo piacimento ogni sua necessità e facendomi sentire in colpa per cose senza senso (mi vergogno quasi a farne l’elelnco).
Comunque mi rendo conto che gia in passato spesso le mie relazioni mi hanno portato ad essere molto geloso fino ad arrivare al punto dei famosi circoli viziosi di profezie autoavveratesi.
Come si può ricostruirsi? ho provato con la meditazione lo sport e tanto altro, ma come si può stare bene da soli senza tenere la mente occupata “essere anziché fare” come dice lei.
Questa donna ieri mi è venuta a cercare a casa nonostante i blocchi che ho fatto su WhatsApp social ecc, sa come prendermi io sto mantenendo il contatto zero per non ricadere più nella sua tela di ragno (mi fa scrivere anche dal figlio per cercare di vedermi sapendo che non posso non rispondere a lui al quale comunque non rispondo se vedo che mi inoltra messaggi scritti pari pari dalla madre”.
Il lavoro ne risente e l’angoscia di vivere questa dipendenza affettiva è potente anche se ora sono consapevole del male che questa persona è in grado di farmi
Per poter rispondere in modo approfondito alla sua richiesta è necessario un percorso di consulenza. Buona serata
Madre narcisista, io dipendente. A più di 50 anni mi ritrovo così, ancora bisognosa della sua approvazione. Il Suo articolo ha gettato molta luce sulle mie ombre. Grazie, dottore. Ma …si guarisce vero ? 😁
In teoria si, come ho ampiamente sottolineato nell’articolo. E’ necessario un profondo lavoro su se stessi da parte di entrambi gli individui della coppia. La ringrazio, buona giornata
Buongiorno Dottore, riconosco i sintomi di questo disturbo in mia figlia 25enne, che purtroppo non lo ha ancora compreso. Come la famiglia, in questo caso, può aiutare? Quali sono i comportamenti più idonei da adottare?
Buongiorno Barbara, non è semplice rispondere alla sua domanda. Sarebbe importante comprendere la sua storia e cercare di analizzare le motivazioni della sua dipendenza e questo può esser fatto tramite un percorso.
Sicuramente per i familiari la miglior cosa è quella di cercare di comprendere i vissuti e non giudicare.
Buona giornata
Bellissimo articolo,complimenti Dottore….
La ringrazio 🙂
Salve dottore. Come già confermatomi da una terapeuta, anche se non in maniera netta, mi trovo a vivere una relazione sentimentale nella quale adotto comportamenti dipendenti, e credo che in parte anche il mio compagno viva la dipendenza emotiva nei miei confronti. Mi ritrovo in molti punti da lei descritti, ma non in tutti. Vede, io ho un grande timore di essere abbandonata, e nei due anni di relazione che ho vissuto fino ad ora ho spesso, spessissimo, vissuto momenti di dubbio lancinante sul se il mio partner fosse giusto o meno, rendendo il rapporto difficile ed arrivando addirittura ad interrompere la relazione per un periodo. Io non credo di essermi legata al mio partner per un semplice bisogno di affetto, non ho questa sensazione, ma temo fortemente che la mia dipendenza affettiva non mi faccia vedere che, in realtà, sia vero il contrario. Le chiedo: una relazione caratterizzata da dipendenza affettiva è per forza malata? E’ possibile risanarla, adottando comportamenti più sani?
Si certo, come è scritto nell’articolo è sicuramente possibile. Non la giudico come “malata” ma sicuramente ci sono elementi da indagare e comprendere a fondo che causano spesso profonda sofferenza.
Le auguro una buona serata
Credo di avere molti tratti di dipendenza affettiva e in passato ho sperimentato anche una relazione con un narcisista…ora combatto con me stessa x non ricadere ma è davvero molto difficile
Capisco, non è assolutamente semplice ma è possibile. Grazie del suo commento!
Buon pomeriggio eh sì io mi ritrovo in qsti tratti di dipendenza affettiva anche se cerco in tutti i modi di non farmi invischiare e cerco di pensare a me a riempire la mia vita di miei interessi ma qnd mi sento sola e soprattutto senza attenzioni divento un’altra 😏
La mia dipendenza affettiva la ho riconosciuta,sono stata in terapia per un anno circa,credo che mio marito sia un narcisista ,ma non prenderà mai atto di volersi analizzare e farsi aiutare,è così dopo trenta anni di rapporto,avendo dovuto vivere dieci lontano per lavoro,si è distaccato,è rientrato,e dopo un anno di tumultuosa convivenza,se n’è andato,rinnegando la voglia di continuare…..e li sto io,desiderosa di ricominciare ma a gestire,distrutta la mia condizione di abbandonata….un casino😉